Un’anima del purgatorio che si lamenta e biascica parole fatte musica: questo era il preconcetto che avevo di Carmen Consoli. Finché non mi è stato consigliato di ascoltare il brano “Signor Tentenna” e, come mia abitudine, ho preferito ascoltare tutto l’album “Eva contro Eva” (che bellissimo titolo).

Al primo ascolto è stato amore a prima vista. Dalla Carmen che ho imparato a conoscere, quella che incideva album rock, come ad esempio il bellissimo “Mediamente isterica”, a questa nuova Carmen, c’è un abisso di crescita. In questo nuovo e bellissimo album sembra “spogliata da ogni falsità”, sembra essersi tolta quella che, col tempo, diveniva sempre più una maschera: la cantante rock, la punkette mediterranea, come è stata anche chiamata.
Tolta tale maschera è nata una nuova Carmen, una cantautrice adulta, una Cantantessa che non dimentica mai le sue origini, una Cantantessa a cui non rimane altro che cantare, perché ha compreso che il suo canto è “pioggia sul bagnato, un castello di sabbia che non lascerà né infamia né lode, una lotta contro mulini a vento”, come giustamente afferma in “Mulini a vento”, bellissimo brano de “L’eccezione”. Quindi troviamo una musica che non vuole criticare, proporre, illudere, ma raccontare non solo i mali della società, ma, come la stessa autrice afferma, anche “le vittime della nostra società”.

E lo fa in dieci piccole perle, scritte, come al solito, benissimo (è ammirevole i giochi di parole e l’uso della loro musicalità) e intessute di un interessante intellettualismo, ma, soprattutto, arrangiate splendidamente con una musicalità mediterranea, calda e avvolgente (si ricordi l’uso di strumenti dell’antica tradizione siciliana), ma allo stesso tempo ci si ritrova dinnanzi ad una malinconia soffusa.

Voce particolare, testi superbi, musicalità poliedrica: emozione! Indubbiamente una delle più affascinati artiste del panorama italiano odierno, e non solo…

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