Quello che indubbiamente si può affermare è che "mentre tutto scorre" album precedente del gruppo salentino non brillava certamente per originalità. Le canzoni erano chiaramente molto radiofoniche, orecchiabili parole che molto spesso richiamano banalità e quel gusto di già sentito.

Non sono un conoscitore dei lavori precedenti del gruppo ma ho letto le recensioni e tutti erano concordi nell'affermare che questi erano più genuini quando non guidati dalla major (sugar) che aveva snaturato il gruppo in favore di più facili canzoni e, soprattutto, dei più facili guadagni che generalmente ne conseguono (cosa per altro puntualmente avvenuta). L'ultimo lavoro si potrebbe chiaramente considerare un ritorno alle origini. La solfa del "ritorno alle origini" è state riproposta per molti gruppi soprattutto dopo lavori deludenti pensiamo agli U2 prima dell'uscita di "how to dismantle an atomic bomb" o al "St. anger" dei Metallica tanto per citarne alcuni, in generale il risultato è stato molto deludente. I Negramaro però rispetto ai gruppi menzionati sono giovani e non a "fine carriera".

Il cd in questione "la finestra" è difatti di pregevole fattura è sicuramente molto meno commerciale del precedente. Tra i brani quelli che maggiormente hanno colpito la mia attenzione sono l'open track "la distrazione" la quale presenta un ritornello che entra molto facilmente in testa e un buon riff, "parlami d'amore" ha una discreta base musicale le parole d'altra parte sono forse un pò banali, "l'immenso" è una gran bella canzone con "la finestra" e "neanche il mare" la più riuscita e ispirata a mio parere.Si nota anche un duetto con jovanotti in una canzone "cade la pioggia" con un rap finale che mostra una fusione fra i generi che in america è molto di voga (in particolare appunto i pezzi rap in canzoni rock/pop e rhythm and blues). Non mancano ballate con arpeggi di chitarre molto classici "un passo indietro", "una volta tanto (canzone per me)" e i ritornelli con leggera distorsione ma orecchiabili tipici del gruppo. Carino anche il ritmo tambureggiante di una parte del cantato di "e ruberò la luna".

Infine per confermare la scelta di rendere meno commerciale il lavoro, vi è anche la presenza di suoni cacofonici tanto cari a mostri sacri del calibro Tim Buckley, Nico, Captain Beefheart (non li sto però accostando i ragazzi in questione ne devono fare di strada per un parallelo degno di tale nome!) in "è così" e alla fine del cd.

In conclusione vorrei ascoltaste quest'album senza i preconcetti derivanti dal lavoro precedente, non è un capolavoro ma potreste trovare una piacevole sorpresa.

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