Ma quanto è bravo Tricarico? 

Ascoltando quest'ultimo album (anticipato dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo con "Vita Tranquilla", brano che ha vinto il Premio della Critica) si potrebbe affermare che il noto (anche se non più di tanto) Francesco (sì, quello di "puttana la maèstra!") è uno dei cantautori italiani più geniali degli ultimi anni...

Esagero? Forse sì, forse no... chi lo sa??

Incanta, niente di più.

Con i suoi testi stralunati e allo stesso tempo così profondi, che ti fanno viaggiare con l'immaginazione e ti portano in un mondo fiabesco e pieno di colori.....che per capirli bisogna ritornare ad essere dei bambini che si fanno trasportare dalla potenza delle parole.

La forza di Tricarico non sta solo nei testi, Francesco riesce a elaborare delle sonorità (molto Battistiane in certe canzoni) che accompagnano al meglio quelle parole incantevoli. Incantevoli come lui, un personaggio così curioso che è difficile non rimanerne folgorati. 
La sua esibizione al Festival verrà difficilmente dimenticata, con il suo canto stonaticcio quanto basta, presente anche nell'album; con il suo modo di fare che a qualcuno può dar fastidio, quasi da menefreghista. Ma Francesco è fatto così: lui vive nel suo mondo pieno di colori dove "non c'è nulla che è solo brutto" (come dice in "Eternità"). Con la sua parolaccia (rivolta a Chiambretti che lo prendeva in giro) prima di esibirsi nella finale del Festival.

E Francesco racchiude queste caratteristiche in "Giglio", piccolo capolavoro, uno scrigno di purezza e semplicità da ascoltare quando si è stufi della monotonia di questo mondo che lascia pochissimo spazio all'immaginazione.

Ma passiamo alle canzoni (perché quelle alla fine contano).....

Si inizia con "Oroscopo" brano con cui Francesco riflette (sempre con i suoi modi bambineschi) sugli indovini e sugli astrologi che con le loro "profezie" inganno le persono sole che non hanno nient'altro a cui pensare e che si fanno condizionare dalle parole di questi maghi.

Arriva poi il momento di "Vita Tranquilla" (con quel sussurro all'inizio che mette i brividi ad ogni ascolto) e di "Eternità" con cui Tricarico immagina una vita insieme alla ragazza che ama. Stupenda la parte finale in cui Francesco prende parola e interrompe il sogno ricordandoci che quella che sta cantando è solo pura immaginazione.

Con "Un'Altra Possibilità" Tricarico tratta un tema molto sensibile, "Chi conosce il dolore/ in giovane età/ tende a fare agli altri/ quel che subìto lui ha" recita Francesco che con un ritornello accattivante, anche in questo caso riesce a trasformare un tema cosi delicato in una festa che si risolve nel perdono di ogni male grazie all'amore.

"Pomodoro" è forse il brano più "alla Tricarico" dell'album. Frasi all'apparenza vaneggianti ma che (come sempre) contengono una profondità tutta da scovare.

"Cosa Vuoi Adesso?" ripercorre invece alcuni tratti della sua adolescenza con la frase "Quante prove nella vita che bisogna superare"

E' poi la volta dell' enigmatica "Ghiaccio" che racconta il desiderio di trovare "la ragazza" con altre perle ("Se l'abito che indosso/ non mi copre più/ la strada che percorro/ non mi sostiene più/ allora sarò nudo e a volare imparerò")

Con "Fili Di Tutti I Colori" e "Il Mio Amico" (che non è quello della Tatangelo) l'album raggiunge il picco di purezza e profondità. La prima descrive ulteriormente alcuni episodi vissuti da Francesco in momenti di difficoltà ("poi ricordo ho spaccato un vetro/ mi hanno preso mi han legato/ mi han fatto un'iniezione e mi han detto ) ma non spreco altre parole per questo brano perchè altrimenti rischio solo di rovinarlo e renderlo banale. Il secondo brano racconta (con sonorità molto vicine a Celentano) la storia di un suo caro amico che, in seguito ad un'operazione (probabilmente una lobotomia) cambia talmente tanto che Francesco non lo riconosce più e diventa profondamente triste (citare alcuni versi sarebbe del tutto inutile: questo è un brano che va esclusivamente ascoltato)

Chiudono l'album "Gigliobianco" (forse la più "debole") che descrive l'incontro ravvicinato con una ragazza, e "Libero", manifesto (ovviamente) di libertà (non intesa nel suo significato principale) con i versi "Io sto pensando alla libertà/ Mi sento schiavo della libertà/ Vorrei che qualcuno pensasse per me/ ma so che nessuno può pensare per me/ perchè io sono libero....di non esser libero"

E alla fine rimani senza fiato, colpito da queste canzoni che ti travolgono come un treno, che ti lasciano tramortito, che ti invadono con la loro semplicità e profondità, con tutti i loro colori....

Se c'è qualcuno o qualcosa che può far rinascere la Musica Italiana quello è Francesco Tricarico.

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