I Jane's fotografati da questo disco del 1987 sono forse quelli migliori, "Nothing's" è il cosidetto lavoro che spacca, per certi versi un Riot album, ma cio che più sciocca sono tutti i codici infranti, non ci sono tabù per questa musica Rock che abusa di tanti clichè per sovvertire e destrutturare con abbondanti dosi di energia e fantasia un Rock che altrimenti naufragava da troppo tempo sulla scena Hardcore losangelina... e proprio da Los Angeles questi Jane's capitanati dal cantante Perry Farrell e dal chitarrista Dave Navarro con una preparata e strafatta sezione ritmica (Perkins-Avery) ci iniettano nelle vene la loro dose: si parte con "Up the Beach", è un unico sfibrante solo di chitarra che deflagra e si contrae spasmodico come una onda in burrasca, segue "Oceans Size", stavolta Navarro fa il Jimi Hendrix della situazione, l'energia è già tanta quando inizia "Had A Dad", è Funk-Punk puro con squarci psicologici improvvisi (sottolineati dalla chitarra che passa dal Metal alla deriva psichedelica) a creare un clima da imminente overdose, ascoltandoli non si può fa a meno di immaginarsi in una spiaggia di Venice Beach, tra tuffi, sonni da ubriachi nelle spiagge infuocate, trip in acido nei party debosciati dei rave del posto...

Di urbano a dispetto delle sensazioni c'è ben poco nella loro musica, ciò che si fotografa è la realtà allucinata delle Pin Up in una giungla da cinerama quale è Los Angeles; il quarto pezzo mette le cose in chiaro: "Ted I Just Admit It", si parte piano, distorsioni in lontananza e sussurri di Farrell, un clima claustrofobico, che deraglia sulle prime mitraglie di Navarro, ed ecco far capolino il proclama sguaiato di farrell "Sex Is Violent" biascica sgolato quest'ultimo mentre le propulsione di smodata lascivia raggiungono proporzioni da delirium tremens, Acid Hard Rock con bordate Metal e Funky. Per riequilibrare il lavoro ecco "Standing In the Shouers"... che sposta più l'enfasi sul basso di Avery, un sano Funky da divertimento, poi "Summertime Rolls", il ballatone un po' onirico che svetta per armonia. Ma la carica sfrontata torna con "Mountain Song", ed il gruppo straripa di nuovo, Riff Heavy Metal, Farrell recita un corollario a circolo, tra piste di coca e stupri semi-consenzienti, la chitarra si inalbera sullo spasimo delle distorsioni, ma rimane sempre incredibilmente armonica, come un Beethoven che esegua Speed-Core.

È questa l'estetica dei Jane's, maestri di estetica del Thrash. "Idiots Rule" fa capolino con il suo clima da festa un po' degli eccessi, edonistica e funkeggiante con un insolito sax a contrappuntare il basso suonato dal Flea dei Red Hot per l'occasione, è una fanfara da notte brava. L'acustica ballata "Jane Says" dimostra ancora una volta che non esiste nessun preconcetto musicale da dove attingere le idee in questo disco, l'intermezzo di "Bossanova" si allaccia al finale "Pigs In Zen" dove traspare ancora un certo gusto per il decadente e il gotico (ascendenze Dark inglesi ?), riff reboanti di Navarro, cantilena da debosciato maniacale di Farrell, un pugno sullo stomaco che chiude il disco.

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