Premessa: da lettore occasionale che ero delle varie recensioni di questo sito, mi piaceva il fatto di averne più di una per uno stesso album, in modo da poter confrontare diversi punti di vista. Da recensore scriverò di dischi probabilmente già presenti in memoria, per dare una mia visione complementare e, soprattutto, perchè mi diverte parlare di quel cacchio che voglio e se qualcuno è li a leggermi mi va anche meglio. Poi, detto tra noi, io ascolto roba più o meno famosa e non troppo rara. Scusate, sono nuovo e volevo chiarire il mio punto di vista, spero di non aver rotto troppo le palle.

Via con la recensione! Stavolta vi racconto qualcosa sul disco che ritengo il migliore della migliore alternative band, i Jane's Addiction, cioè il loro seminale "Nothing's Shocking".

I nostri quattro tossicomani si trovano a firmare con una major nel 1988 e a pubblicare il loro primo lavoro in studio, che riprenderà anche qualche traccia del precedente disco omonimo, registrato dal vivo. Si tratta di "Jane Says" e "Pigs In Zen" che, a dire il vero, compare solo come bonus in alcune edizioni.

Questo è di sicuro un album da non recensire con un track by track. Per quanto mi riguarda, si tratta di un'unica lunga canzone suddivisa in dieci momenti. Consiglio quindi a chi si appresta al primo ascolto di assaporare il disco tutto di seguito, e non di partire con "Mountain Song" perchè stava su Guitar Hero, per esempio... Comunque, apparte la già citata bonus track, questo lavoro non ha momenti di calo, e spinge veramente sul turbinio di generi che solo questi quattro sapevano creare, passando da toni dark a ballate acustiche fino ad arrivare a ritmi tribali, psichedelia, rock classico e chi più ne ha più ne metta. C'è anche la tromba di Flea in "Idiots Rule" e nuove sonorità (per l'epoca) che non sto neanche a tentare di elencare o descrivere. Alla fine, sarò ignorante, ma per me sono stati loro a fondare il vero Alternative Rock.

Oltre ai pezzi, tutti meravigliosi, gli stessi componenti del gruppo qui sono al loro apice. Perry Farrell ha una voce che ti scava il cranio, con testi dissacranti come la frase "Sex Is Violent!", un tema che poi svilupperà in pezzi successivi. Dave Navarro produce assoli e arrangiamenti così coinvolgenti da fare sfigurare quasi ogni disco che ha registrato in seguito, Eric Avery sostiene tutto con il suo basso monolitico (e poi ha scritto lui da solo gran parte dei pezzi), mentre il lavoro alle pelli di Stephen Perkins è rovinato solo da quell'eco che ricopre come una patina le sue parti di batteria (alla fine siamo comunque negli anni Ottanta).

Il disco fallirà nella scalata alle classifiche, al contrario del suo successore, anche grazie al boicottaggio di Mtv e di quelle associazioni bigotte che pullulano negli States. Avrà comunque un gran seguito nel circuito underground e nelle radio dei college e verrà poi giustamente ripescato dopo il successo delle hit "Stop!" e "Been Caught Stealing", da "Ritual De Lo Habitual".

Non fosse stato per l'atteggiamento dittatoriale del loro frontman, avrebbero dominato loro i Novanta... Forse. Nel corso degli anni si sono separati più volte e oggi, nel 2011, sono alla loro terza reunion e in procinto di lanciare un nuovo disco. Io attendo di ascoltare e recensire "The Great Escape Artist" e nel frattempo mi godo questo classico. Fatelo pure voi.

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