Plin - Una lenta discesa agli inferi attraverso sonorità cupe e strazianti che questo gruppo incarna in 6 unici e lunghi pezzi che sembrano mai finire - plin - una progressiva perdita di lucidità davanti a un suono che parte dal nulla (il 1° brano "Empowered Man's Blues") per arrivare dopo ben 4 minuti ad introdurci il suono delle sei corde di una chitarra appena accennata, sottili e taglienti come le dita di una mano posata sul nostro collo pronta a stringere o il suono di leggeri violini a ricamare partiture classiche sul canto atonale e senza speranza del leader Brian McMahan - plin - Nella seconda "A Tribute To" il ritmo si fa sincopato e straniante con soffici arpeggi di chitarra giusto a colorare le parole sommerse e sfuggevoli di un brano ipnotico e suadente come pochi - plin - Col brano "Being Held" si parte dall'eco lontano di campane (tibetane?) per costruire un brano drammatico e ossessivo basato su un'unica tonalità che nulla toglie sul piano espressivo ma, che con l'entrata prepotente e straziante della batteria, amplia la gamma delle sensazioni cupe e particolarmente dark del pezzo - plin - "Snooter" è ancora un'ode alla lentezza, alla calma che ha tutto il sapore di una sconfitta, come se il silenzio avvalorasse una rinuncia, un disperato senso di amarezza per un qualcosa irrimediabilmente perduto (un occasione? un amore? una vita?) - plin - Con "Tales" registrata live alla Cripta si torna a parlustrare la lenta disperazione d'anime che alberga tra i componenti della band che qui, finalmente, sfocia in un delirio collettivo, un sacrificio sonoro al Dio della Desolazione - plin - Si arriva così all'ultimo "Moonbeams" e si torna alle atmosfere rarefatte e intimiste ricalcando (e ricordando anche un po') il brano "Being Heald" creando ancora una volta la magica alchimia assaporata nei vari brani già sentiti e che, pur delinendo uno stile ben riconoscibile e preciso, ne demarca allo stesso modo gli orizzonti espressivi arginando la band ad uno stile che difficilmente saprà rinnovarsi, se non affronterà i demoni sotto pelle che l'accompagna - plin - Un album maledettamente "sereno" nella sua inquietudine, "tranquillo" nella sua ossessiva ricerca di una fuga, molto interessante per il contrasto tra la "tranquillità" dell'esecuzione e la "tensione" delle intenzioni palpabile e presente dall'inizio alla fine dei 46 minuti del disco - plin - "lento, spietato e inesorabile" come la goccia che cade sulla testa del prigioniero per costringerlo a rivelare un segreto (o a finirlo del tutto) - plin (appunto).
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di pinkholler
Cambiare poco affinché tutto cambi.
Questo disco ha il sapore della notte, e nella notte Mcmahan sembra immergersi.
Di CosmicJocker
Le pareti trasudano un lento e sensuale blues, mentre relitti slowcore galleggiano tiepidi tra i tavoli.
La bellezza della notte mi commuove e nuota con me nella nebbia.