Nella coltre di gruppi britannici successivi all' ondata punk, gli A Certain Ratio si distinsero immediatamente come uno dei più talentuosi ed originali. Il loro marchio di fabbrica è da ricercarsi senza dubbio nella sezione ritmica, composta da una batteria afro-jazz-punk e da linee di basso poderose e profonde, di chiara ispirazione funk. Il tutto condito da folate di elettronica straniante, barriti dissonanti di tromba, e dalla voce cupa e cavernosa di Simon Topping, forse l' unico a poter essere accostato al tono di Ian Curtis. Ne veniva fuori un suono davvero travolgente, trascinante, ma anche intellettuale e tecnocratico.
Dopo una manciata di singoli, esordirono nel 1981 con quest' album, un vero e proprio cult per gli amanti del genere, uno dei migliori esordi di marca britannica.
"To Each" è infatti un meraviglioso mix di influenze, carico di un suono caldo grazie alle iniezioni di tribalismo, nervoso ed incostante, che a volte si fa cerebrale e criptico per merito dell' elettronica.
Sperimentazione e ballabilità si compenetrano splendidamente in "Back To The Start" jam percussiva di quasi 8 minuti. La batteria si diverte nei suoi repentini cambi di ritmo nella successiva "The Fox", davvero irresistibile coi suoi richiami caraibici. E che dire dell' estenuante viaggio nei poliritmi della conlusiva "Winter Hill"? Tredici minuti di tambureggiante ipnosi, un viaggio entusiasmante verso una trance-dance popolata da aborigeni in preda a rituali purificatori.
In realtà bisognerebbe citare tutti i brani di questo splendido disco, che non ha cadute di tono, e che va gustato per intero perchè gli si riconosca il giusto tributo.
Imperdibile.
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