I canti per esorcizzare la paura delle Tenebre, calate durante l'Apocalisse.  

12 tracce che vanno dai 4 agli 11 secondi di fischi fastidiosi introducono l'ascoltatore a questo nuovo lavoro del combo Canadese. Fischi poco concilianti che sprofondati nel comodo della propria poltrona sembrano volerti comunicare il disagio in cui ti devi calare, anche fisicamente, per poter andare oltre nell'ascolto. L'Apocalisse è avvenuta ed il mondo è in preda alle Tenebre Oscure e le persone ne sono terrorizzate e cercano di esorcizzare la paura con dei mantra collettivi in ricordo di quello che era, confluendo le proprie energie nella vana speranza che la Luce ritorni a splendere. "1.000.000 Died To Make This Sound"  è tutto questo, una scarna chitarra accompagna le voci che ripetono in maniera inespressiva il titolo ad introdurre archi secchi e decisi che su una batteria fredda e distaccata producono un turbine che gela il sangue mentre la voce predicante di Efrim piange il proprio sermone. Le chitarre ora vivono di strazianti dissonanze con la tensione del brano che cresce mentre cresce il pulsare del contrabbasso. Ora il vortice del ricordo di quando tutto è sprofondato nell'abisso è forte ma a fatica si quieta e la grazia di voci femminili accompagnano ora quella tornata secca e lancinante di Efrim che ci riporta nel sicuro ventre materno, regalandoci tutto l'amore di cui abbiamo bisogno per proseguire in questo viaggio catartico verso il nostro probabile ed imminente futuro. I 16 minuti della composizione che dà il titolo all'intera opera sembra voler prendere le migliori "Rock-Operas" del periodo d'oro della musica (da "SF Sorrow" dei Pretty Things e "Tommy" dei The Who fino a "The Wall" dei Pink Floyd) e claustrofobizzarle, tribalizzarle in un lamento ancestrale e spedendole direttamente in quel futuro nero descritto nel brano precedente, al cui confronto le tensioni emozionali di questi mostri sacri impallidiscono e si riducono a semplici e banali problemi quotidiani. "13 Blues For Thirteen Moons" è un lamento disperato, che riprende il discorso esattamente nel punto in cui Godspeed You! Black Emperor ci avevano lasciati orfani. "Black Waters Blowed/Engine Broke Blues" vive della disperazione della voce di Efrim, con gli strumenti che disegnano delle splendide tensioni melodiche, alternando intermezzi di sublime cacofonia noise a furiose cavalcate, salvo poi tornare "disciplinati" a condurre il brano all'interno di territori desolati, dove i pensieri di disperazione dell'uomo lasciato solo a vivere nel nulla si materializzano ad ogni passo passando da echi di canti religiosi a strazianti urla marziali, interminabili attimi di quiete apparente che diventano frustranti crolli nervosi. Il tutto con una tensione strumentale davvero sublime. La finale "Blindblindblind" è un incredibile esercizio di delicate melodie, un po' sghembe nel proprio incedere, soffici e morbide che confluiscono in un vigoroso ed armonioso noise, quasi a voler sottolineare come la cieca ottusità dell'uomo non possa che portare dolore a se stesso. "13 Blues For Thirteen Moons" è davvero un'opera di sublime desolazione umana, che segna perfettamente il momento difficile che stiamo vivendo...

...o forse questo è solamente il miglior disco di musica progressiva del nuovo millennio.

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