Il cielo si stava abbassando sempre più minacciosamente, deciso a stabilire dove meglio depositare il suo pesante carico di acqua elettrica… raggiungo il locale, sito in una zona industriale che sembra abbandonata, al limite dei campi che la separano dalla città e dall’autostrada. Un mostro architettonico che sembra aver deciso di abbandonarsi lì a trascorrere gli ultimi agonizzanti anni della sua triste vita. Il clima, il luogo… “sembra fatto apposta per il concerto dei Silver Mount Zion” pensa indipendentemente il mio cervello. E vi giuro che l’atmosfera “post-atomica” del luogo era davvero suggestiva.

Ore 23.20 iniziano. Sono in 7, disposti a semicerchio sul palco, striminzito per la piccola orchestra che sono… il viaggio inizia con la voce di Efrim che ci introduce a “God Bless Our Dead Marines”, i violini aprono questa moderna danza pagana, zingara nel suo incedere di sapore marziale… ed il pubblico all’istante viene rapito e coinvolto in questo sublime rito collettivo che si snoda attraverso tutto l’ultimo lavoro “Horses In The Sky”, con la vetta mistica raggiunta da “Teddy Roosvelts Guns”, dove tutti i componenti sono impegnati vocalmente a seguire il lamento di Efrim che tenta di disintegrare le parole dell’inno canadese.
Uno splendido brano nuovo, “Blind Blind Blind” ci viene regalato prima della lunghissima suite finale, che lascia i devoti spettatori con un po’ di amaro in bocca per i “soli” 90 minuti di concerto, speranzosi e bisognosi di altra purificazione spirituale. Mi ritrovo fuori dal locale emotivamente provato, felice… nonostante piccoli problemi tecnici e la voce di Efrim che non stava bene, come ammesso frutto della poca cura che dedica a se stesso…

Chiudo con un saluto particolare a Thierry e Sophie, che anche se non leggeranno mai le mie parole, sono due persone veramente splendide. Gentili e disponibili. “Still Believes…”

Carico i commenti...  con calma