Per chi ha amato la capacita' introspettiva del cinema di Kechiche , un film da non perdere , inno alla gioventu' , amata e vissuta fino alla fine .
Questa ,se si puo'dire , e' principalmente la storia di Amin , aitante studente di cinema a La Femis , che terminato il corso di studi annuale decide di raggiungere i suoi amici per le vacanze estive nella cittadina di Sete , nelle coste della Francia meridionale ; sin dal suo arrivo Kechiche riesce ad esaltare il suo stile di lettura , a tratti unico nei quali dall'esaltazione dei corpi , delle immagini e dei colori dell'estate riesce a dar forma ad un dettato finemente artistico ma superficialmente effettivamente molto carnale, come rimarcato durante la sua uscita a Cannes , da una platea probabilmente annoiata e con qualche preconcetto autoriale.
Opera che lascia sconcertati per la bellezza della storia e della profondita' dei personaggi , Tony , Celine , Ophelie , su tutti la telecamera / occhio di Amin / Kechiche si posa con una dolcezza e profondita' stilistica ineceppibile , lo sguardo dell'artista e' libero e puro da ogni desiderio o pulsione , concentrato su aspetti che la sua allegra compagnia non puo' cogliere , almeno in quel momento e durante quella calda estate a Sete.
E cosi' , come dopo un flirt che perdura per 3 ore , si sublima l'amplesso tra il fato ( Mektoub) e l'amore , si sente il fragore dellaTempesta della Giovinezza nel suo momento piu' topico , l'infinita gioia dei corpi nudi danzanti , dei volti scrutati , inseguiti o contemplati tra le onde del mare con il tramonto che seduce all'orizzonte .
Insomma , ancora una volta Kechiche si prende il tempo che vuole , nel senso che il film potrebbe essere durato tranquillamente anche un mese , per come viene girato ; per schierarsi follemente sul cuore del film , sul rapporto corpo anima , su quanto vi e' comune e quanto vi e' di contaddittorio , in questa nostra folle e spensierata giovinezza.
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