Adattarsi o morire: è questo quello che avranno pensato gli Adramelech a metà anni novanta. Con la parabola dell’epopea death metal in fase discendente era necessario evolversi, cambiare stile, pena altrimenti l’estinzione. D’altronde i gruppi connazionali più affermati lo avevano già capito, i Sentenced prima con “North From Here” e poi con “Amok” e gli Amorphis con “Tales From the Thousand Lakes” e “Elegy”, tutti e due intraprendendo un cammino che li avrebbe portati lontano dal genere di partenza. Invece gli Adramelech non ci stavano ad abbandonare l’amato death metal e trovarono un'altra via per la sopravvivenza.

I Morbid Angel sono stati uno dei gruppi più influenti nella storia di questo tipo di musica e moltissime band si sono ispirate a loro per comporre le proprie canzoni, tra questi gli Adramelech, che prima di debuttare con “Psychostasia” avranno ascoltato sicuramente i lavori di Vincent e Azagthoth fino alla sfinimento, soprattutto quello che all’epoca era l’ultimo parto, ovvero “Domination”, nel quale i maestri floridiani avevano cercato nuovi modi di esprimersi, anche grazie al contributo non indifferente di Erik Rutan. Ed è così che lo stile degli Adramelech si è trasformato in un death metal più moderno ed evoluto, dove le tipiche melodie ipnotiche della scuola finnica sono mutate grazie alle influenze industrial della lettera D dell’alfabeto degli Angeli Morbosi e le atmosfere sono cambiate, senza più alcuna influenza doom. Insomma è la fine della vecchia scuola, con produzioni scarne e catacombali, qui si preferisce la pulizia dei suoni per far risaltare il gran lavoro dei musicisti. Un death metal con la giusta dose di melodia disturbante, eredità del retaggio di gruppo finlandese, ed un gran tiro quindi, con tematiche riguardanti antiche divinità sumere ed assire, perduti dei di un passato oscuro e lontano tanto caro anche agli stessi Morbid Angel. Poco meno di trentacinque minuti di musica intensa ed ispirata per un disco quasi perfetto, a cui manca solo una canzone che riesca a spiccare tra tutte le altre, altri difetti non ne trovo.

Niente scioglimento per una volta, l’unico gruppo ad non aver abbandonato le proprie tetre origini. Insomma metallo o morte, anzi Metallo della Morte.

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