1985. Il panorama metal in California è in piena ebollizione. Cinque alieni provenienti da un pianeta sconosciuto piombano a Los Angeles e decidono di mettere in piedi una band Heavy Metal. Si fanno crescere sulle teste delle rigogliose chiome lungocrinite, rubano degli strumenti in giro per i vari empori musicali della città, scelgono per l'occasione il monicker Agent Steel e piazzano sul mercato uno degli album più significativi della scena Speed/Thrash mondiale: ''Skeptics Apocalypse''.

Per comprendere appieno l'unicità del progetto dei nostri agenti d'acciaio bisogna innanzitutto rimarcare la figura del suo incontestato leader carismatico nonchè fondatore John Cyriis: singer dotato di ugola incommensurabile, capace di raggiungere note elevatissime (praticamente degli ultrasuoni) e molto più vicino ad una dimensione trascendente piuttosto che terrena. Per rendere l'idea di ciò che sto dicendo basti pensare che, in quell'anno, il buon John riuscì, in un sondaggio tra appassionati, a tenersi alle spalle gente del calibro di Geoff Tate e Bruce Dickinson piazzandosi quarto, in una ipotetica classifica, alle spalle solo dei mostri sacri quali Dio, Belladonna ed Araya tanta era la considerazione e l'impatto mediatico che i suoi screaming disumani rappresentavano. Prendete il gusto melodico degli Iron Maiden unitelo alla potenza dei Judas Priest, aggiungete un'abbondante dose di dinamismo e la ricetta è bella che pronta: otto pezzi (più un'intro) assai omogenei ed animaleschi che sortiscono alla grande lo scopo preposto creando uno tsunami sonoro fatto di pochi riff ma indelebili e di un lavoro chitarristico in generale asfissiante e torrenziale all'inverosimile. Non c'è alcuna volontà da parte dei chitarristi Juan Garcia e Kurt Colfelt di stemperare il raggio d'azione o seguire strade alternative che non riconducano necessariamente ad un sola parola: velocità. Non c'è spazio per divagazioni di nessun genere ed anche il contingente ritmico formato da George Robb (basso) e Chuck Profus (batteria) si devono adeguare alle direttive ivi imposte rasentando a volte le possibilità umane (e confermando il concetto di alienità sopradetto).

Basterebbe la prima canzone del platter, il manifesto ''Agents Of Steel'' a farvi intendere di cosa sto entusiasticamente blaterando grazie al riff tanto semplice quanto leggendario sul quale si posano i monumentali acuti di Cyriis nel chorus; badate bene, anche il resto non è da meno: mi riferisco in particolare alla tempesta giunonica che arreca ''Taken By Force'' o la malvagia frenesia di ''144,000 Alone'', l'avvincente intensità di ''Guilty As Charged'' oppure il travolgente binomio ''Evil Eyes-Evil Minds'' ''Bleed For The Godz'' due tracks il cui potere ossessivo combinato potrebbe ridurre una catena montuosa in un filo di fumo. Indubbiamente non siamo al cospetto di un album perfetto sotto il punto di vista della produzione, la quale appare alquanto discutibile nella sua smodata, dozzinale rudezza (personalmente la ritengo molto funzionale alla proposta ed al periodo), tuttavia, ogni presunto difetto che si può esteticamente trovare, viene spazzato via dalla sostanza musicale che ''Sceptics Apocalypse'' sciorina, dalla sua sfacciata compattezza e coerenza, dal suo essere (insieme al successore ''Unstoppable Force'') un classico senza tempo; il mezzo più efficace per spaccarsi le vertebre a suon di headbanging.

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