A me piace scrivere delle mie passioni musicali, specialmente nel bene e qualche volta anche nel male, e raramente mi sono cimentato in "stroncature" di artisti non di mio gradimento; preferisco essere positivo e propositivo, la promozione è decisamente più nelle mie corde rispetto alla critica negativa, anche perchè tutto sono tranne che un critico musicale e neanche mi interessa esserlo. Ogni tanto però qualche sano "pesce in faccia" non fa mai male, a 'sto giro ho voglia di riflettere e magari lanciare qualche piccola provocazione, quindi ecco a voi una breve e lapidaria analisi su un bellissimo, elegante e squisitamente proposto contenitore di aria fritta. Cominciamo da una semplice ed innocente domanda: ma c'è veramente qualcuno a cui 'sta mediocrità senz'anima, finto-raffinata e finto-alternativa, può sinceramente piacere?

Badate bene, con "piacere" non intendo un apprezzamento sulla qualità intrinseca della proposta musicale, la produzione, il suono o altri dettagli tecnicistici: mi chiedo, quasi ingenuamente, come sia possibile provare emozioni ascoltando questo disco. "Aventine" della danese Agnes Obel è un album degno di elogi semplicemente perchè si distacca da una prospettiva di pop "semplice" per assestarsi su un elegante e raffinato chamber-pop? Forse per qualcuno si, per me questo è semplicemente un prodotto assolutamente scadente, lagnoso, vuoto, privo di qualsivoglia guizzo creativo e capacità comunicativa. Dico, ma veramente questo album può essere considerato superiore ad uno di P!nk, di Little Boots o di Melanie C solo per le cosiddette "intenzioni"? Per quanto mi riguarda assolutamente no, sono fermamente convinto che nessun genere musicale sia superiore agli altri a prescindere e per "diritto divino". La ragazza in questione avrebbe pure una discreta vocalità, e il suo esordio "Philarmonics", anche se tutt'altro che memorabile, aveva fatto intravedere qualche potenzialità anche a livello creativo, parliamo di una cantautrice/pianista sicuramente di talento e tecnicamente preparatissima, ma a che serve quando la capacità di creare un legame emotivo, di instillare immagini ed emozioni nella mente e nel cuore dell'ascoltatore è pari a meno di zero? Cosa ci fai con la raffinatezza se poi non sei minimamente capace di staccarti dalla formuletta lento piano e voce con qualche sviolinata di contorno, semplice, banale e inflazionata ma che fa tanto acculturato ed alternativo? Mi dispiace Agnes ma io non mi faccio accalappiare, il tuo disco è un puro e semplice salasso, che si tratti di operatic pop o di cover di Jennifer Lopez poco importa.

L'album si trascina pietosamante in un'infinita e narcolettica successione di sonate al chiar di luna (tanto chiari di luna e poco sonate) e, come se non bastasse, il cantato riesce ad essere addirittura più statico e monocorde della musica proposta; languido, quasi sofferente e senza la minima variazione emotiva, che sembra proclamare (non senza una certa dose di tronfio autocompiacimento) "eh, ma io c'ho il disaggio!"; una tortura cinese insomma. C'è ben poco altro da dire, salvo parzialmente "Dorian", che nell'ambito di un album più completo avrebbe anche fatto una discreta figura, peccato che un album più completo presuppone la presenza di una, massimo due canzoni di questo tipo, sicuramente non nove e per di più tutte fatte con lo stampino, porco il clero! Leggo che la ragazza vanta molti estimatori ed ottime critiche, per quanto mi riguarda se questa è la musica, se questi sono gli artisti alternativi che piacciono alle gente che piace, mi tengo stretti gli Scissor Sisters, Melanie C e gli Eiffel 65. Senza rancore per la signora Agnes Obel che mi dà l'impressione di un'artista seria e preparata, ma per il sottoscritto robe di questo genere sono veramente il trionfo della fuffa.

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