Scrivere una recensione a proposito di un disco come questo non è impresa facile, considerando il fatto che è stato già osannato dalle migliori riviste specializzate d'oltremanica ( Qualcuno ha detto "The wire" ? ).
"My Way" è il primo album ufficiale di Marc LeClair, originario di Montreal ed esponente di quella "scuola francese" che tanto ha fatto parlare di sè nel mondo house dai Daft Punk in poi.

Questo disco appartiene al genere house: cassa in 4/4, charleston in levare e basso funkeggiante compresi. A giudicare dai caratteri distintivi del genere però, quest album non presenta alcuna novità. Akufen utilizza infatti la buona vecchia Roland TR 909 ed i suoi riconoscibilissimi preset per quanto riguarda i suoni ritmici, spostando la ricerca sonora verso lidi diversi rispetto a quella solita per il genere, compagni dalla erre moscia compresi.
I Daft Punk cercano la cassa più rotonda, i bassi densi come un budino Elah e le distorsioni nelle lead lines; LeClair invece punta sulla tecnica del microsampling, utilizzando suoni abbastanza datati come basso e batteria, ma intessendo trame estremamente articolate fatte di veloci serie di campionature misurate in millisecondi.


A detta dello stesso autore, la sorgente sonora di tutto l'impasto di "My way" è stata la radio a modulazione di frequenza. E si sente.
In nessuna collezione di campionamenti si può infatti trovare la stessa diversità di sorgenti sonore apprezzabile in tracce come "Deck the house" o "Jeep Sex", piccoli gioielli house dal montaggio veloce che riescono adderittura ad evitare l'eccessiva ripetitività del genere, variando i pattern quanto basta a mantenere l'ascoltatore vigile per tutta la durata del pezzo ( 7-8 minuti di media ).
A parte il discorso puramente stilistico, che può risultare interessante o meno, ascoltare quest opera risulta una vera goduria. Gode il corpo come suol fare con la miglior musica dance ma gode anche la testa, per le soluzioni spesso interessanti e, se mi si permette l'azzardo, pure umoristiche ( Ghignerete come delle iene ).


Per una volta, la puzza sotto al naso di "The Wire" ha ragione : questo è uno dei 5 dischi house migliori usciti dal 2000 in poi.

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