Di Al Jarreau tutti sanno che è una delle più famose voci jazz viventi, eppure, chissà quanti saranno rimasti sorpresi, o delusi, ascoltandolo nelle ormai abituali vesti di ricercato pop singer, un destino che per molti versi lo accomuna ad un altro grande (ex?) jazzista, George Benson.
Questo "Jarreau" del 1984, a metà strada tra pop e jazz, ci lascia ascoltare alcune perle del repertorio di questo funambolico vocalist che fa sfoggio della sua estensione vocale di consumato scat-man, in eleganti atmosfere pop, contornato dal fior fiore dei session men d'oltreoceano.

La scaletta fa scintille: orecchiabili e raffinate "Mornin’","Step By Step","Trouble In Paradise" e "Love Is Waiting" possiedono tutta la classe di cui le odierne classifiche sono prive e persino l’accattivante interferenza 'dance' del pianista Michael Omartian, "Boogie Down", renderebbe sopportabile una serata in discoteca.
A colpi di assoli, con Jay Graydon (chitarra) e Tom Canning (tastiere) rende omaggio al blues e, implicitamente, a eroi sfortunati come Roy Buchanan, Johnny Winter e Rory Gallagher nella classica "Black And Blues" mentre, citando un celebre titolo di Stevie Wonder, l’incipit di "Save Me" risuona quanto mai attuale: “… someone wrote just yesterday / love’s in need of love today / will there be none tomorrow".
Una nota di rilievo per le ballads "I Will Be Here For You" e "This Time", buone composizioni ma che la voce di Al, ricca di straordinari flautati e chiaro-scuri, trasforma in songs che coccolano l'udito.

In definitiva "Jarreau" rimane una prova della classe cristallina dello psicologo di Milwakee, in cui qualche piccola concessione al mercato è ampiamente ripagata dalla qualità delle composizioni e dalla sua preziosa interpretazione del concetto di "pop music".

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