So Called Chaos, l'ultima fatica della ribelle del rock: Alanis Morissette, esce dopo due anni d'assenza. Anni pesanti, poichè il precedente lavoro: Under Rug Swept non ha avuto il riscontro della critica e soprattutto del pubblico che tutti si aspettavano. Ebbene anche l'ultimo album della cantante canadese non è destinato a scrivere pagine della storia della musica.
So Called Chaos è senza ombra di dubbio un disco semplice e naturale, in cui Alanis mette da parte la "corazza" che per troppo ha portato, per mostrare le proprie debolezze e le proprie fragilità; in questo lavoro la cantante mostra una notevole maturità, una maturità che non paga, in quanto ha perso per strada quella rabbia, quell'irriverenza che ha segnato il suo grande percorso artistico. Dopo aver sotterrato l'ascia di guerra, la cantante non riesce a creare testi e musiche originali, non riesce a mostrare mondi originali, senza cadere nella retorica e nella ripetività, che spesso invade il percorso artistico dei cantautori.
Tra i pezzi migliori spiccano ovviamente Everything, che parla di un uomo meraviglioso capace di carpire e comprendere i lati oscuri della donna che ama (Alanis), Eight Easy Steps, una sorta di manuale, condito di sonorità rock, atto a migliorare le condizioni di vita. Inoltre molto intrigante risultano essere la ballata This Grudge e la titletrack So Called Chaos.
Nonostante il disco sia "un'istantanea di un momento di vita" non riesce a provocare grandi emozioni, le canzoni sono orecchiabili, ma non sono destinate a durare in eterno, i testi sono profondi, ma non scalfiscono l'anima, le musiche sono accattivanti ma non riescono a sfiorare la pelle. Dispiace dirlo, ma Alanis era meglio quando cantava "Cause the joke that you laid in the bed that was me, and I'm not gonna fade, as soon as you close your eyes and you know it, and every time I scratch my nails down someone else's back, I hope you feel it... well can you feel it.".
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