Nelle primo pomeriggio del 4 marzo 1960, la nave merci "La Coubre", proveniente dal porto di Anversa, attracca a L'Avana. Siamo in piena Rivoluzione Cubana, ed Ernesto Guevara de la Serna, per gli amici "Che", a causa di una ricorrente pronuncia della locuzione avverbiale nei dialoghi, è da poco stato nominato per dirigere l'Istituto Nazionale per la Riforma Agraria e il Ministero dell'Industria. Su questo evento c'è un piccolo aneddoto. Durante la formazione del governo presieduto da Fidel Castro, quest'ultimo in cerca di un uomo che avesse un minimo di competenza tecnica in un'aula gremita di rivoluzionari e combattenti, chiese: "C'è un economista in aula?". Il "Che" che sedeva nelle retrovie, percepì male la domanda, un po' per problemi all'audio e un po' a causa del forte vociare degli astanti. Capì invece che Castro avesse chiesto se in aula ci fosse un comunista. All'uopo alzò la mano verso l'alto rispondendo: "Eccomi! Sono io!" e gli venne dato l'incarico.

Tornando al cargo, verso le 15:10, mentre l'equipaggio era impegnato a scaricare diverse tonnellate di munizioni di origine belga, un'esplosione li invade. Il Che era all'INRA per una riunione, e non esitò a tirare su le maniche della mimetica per correre sul molo a soccorrere i feriti. Intanto arrivano alcuni militari del FAR, per cercare di garantire sicurezza, un missionario, Padre McKniff per pregare sui morti e un'infermiera, Gloria Azoy per cercare di risparmiare qualche prece al prete. Avviene una seconda esplosione, più potente della precedente. Si conteranno approssimativamente oltre 80 morti e oltre 200 feriti. Il probabile esecutore dell'attentato sarebbe stato un emissario della CIA, William Morgan, anche se ci sono ancora misteri aleggianti. Il giorno dopo, Fidel Castro organizza una cerimonia di cordoglio al cimitero di Colon e Korda, viene incaricato, in quanto fotografo ufficiale, di immortalare la commemorazione. Uno sconosciuto, fotografa la marcia delle autorità verso il cimitero, regalandoci un'immagine simile al "Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo. L'atmosfera è pesante, commovente, rabbiosa. Castro picchia sul pulpito e ruggisce il suo urlo di guerra "Patria o muerte!". Il Che è più riservato, si defila preferendo soffrire in silenzio. L'asma di cui è succube lo tormenta anche in quel momento. Magari fomentata dall'emozione. Korda lo scorge mentre sta tirando su la cerniera della giubba, imbraccia la sua Leica e schiaccia il pulsante dello scatto. Ai lati irrompono fastidiosamente una statua e delle foglie affilate. Ma quello sguardo spacca l'obiettivo. Pone la macchina in verticale e scatta ancora, mentre il Che tenta di sopprimere un attacco dell'implacabile patologia. Poi scompare. E' storia.

Nasce così la fotografia più famosa, stampata, riprodotta, esposta e parodiata sulla faccia della Terra. Rimasta sconosciuta fino alla morte del Che, probabilmente sarebbe rimasta a raccogliere polvere se Giangiacomo Feltrinelli non si fosse recato a L'Avana per chiedere a Korda un'immagine da stampare sulla copertina del "Diario in Bolivia". Korda gliene regala, per amicizia, due copie, nonostante Feltrinelli avesse insistito per pagarle. La foto è bellissima e l'editore, acquisendone i diritti pensa di stamparla in dimensioni più elevate per tappezzare Milano nel giorno della commemorazione della recente scomparsa del rivoluzionario. Korda commise il più grande errore della sua vita e Feltrinelli ne approfittò. Per questa foto non ha mai ricevuto un nichelino, tranne 50.000 verdoni per una causa vinta contro la Smirnoff, interamente devoluti all'acquisto di medicine per i bambini cubani.

Alla fine il fotografo perdonerà l'editore, annunciando, con un po' di rammarico che in fondo se non fosse stato per lui non avrebbero ottenuto, Korda e foto, la gloria acquisita nel tempo. Ora, mentre quel ferro battuto resiste al sole che batte su Plaza de la Revolucion...aquí se queda la clara, la entranable transparencia, de tu querida presencia Comandante Che Guevara... Seguiremos adelante como junto a ti seguimos y con Fidel te decimos:

!Hasta siempre, Comandante!

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