Quanto manca Massimo Venier al trio comico italiano per eccellenza, Aldo Giovanni e Giacomo? E quanto manca Marina Massironi, soprattutto in sede teatrale? Analizziamo molto velocemente la filmografia del trio: tutti i film fino a "Tu la conosci Claudia?" erano quanto meno buoni, non capolavori ma molto pregevoli (ineguagliabile resta per me il lungometraggio d'esordio, "Tre uomini e una gamba"), e, anche se le storie non erano molto originali, erano supportate da gag e battute che spaziavano dal "grandioso" al "geniale". Poi, sinceramente non so perchè, le strade del trio e del regista si sono separate ed è entrata nella formazione ufficiale Silvana Fallisi (presente già in "Chiedimi se sono felice" e in altri film, in cui interpretava ruoli di secondo piano), che sostituisce la Massironi: ha inizio il lento declino della leggenda Aldo, Giovanni e Giacomo. Declino iniziato con Anplagghed (spettacolo ancora godibile, ma lontano anni luce dai Corti e da Tel chi el telùn) e che vede il suo punto più basso in quell'accozzaglia di gag sconclusionate e assolutamente non divertenti che era "Il cosmo sul comò", che considero uno dei peggiori film italiani degli anni 2000 (escludendo i cinepanettoni, s'intende). Dopo una leggera ripresa con "La banda dei Babbi Natale", si sprofonda nuovamente con "Ammutta muddica" e con questo film, che metterei sullo stesso livello del Cosmo: "Il ricco, il povero e il maggiordomo". Non voglio assolutamente dire che la colpa di questo declino sia da attribuirsi SOLO all'assenza di Venier e di Marina, ma di certo sono due fattori importanti da considerare.

Ma parliamo del film in questione: la trama, tutto sommato, è leggermente più originale dei film precedenti, anche di alcune loro perle. Giacomo è un ricco imprenditore e Giovanni è il suo maggiordomo che, un giorno, per non fare tardi ad un appuntamento, imbocca una strada a senso unico in contro mano, investendo Aldo, un venditore ambulante. Per risarcirlo, Giacomo lo assume come maggiordomo. A causa di un investimento sbagliato, Giacomo cade in disgrazia e i tre sono costretti a vivere nella casa della madre di Aldo e cercheranno di recuperare la fortuna perduta di Giacomo, tra matrimoni, funerali e quant'altro.

Quando entrai in sala al cinema per vedere questo film, lo ammetto, ero abbastanza titubante e impaurito: avevo paura di una nuova delusione, avevo paura che sarebbe stato un film assolutamente mediocre. Non a torto. "Il ricco, il povero e il maggiordomo" è decisamente un film mediocre, senza alcun elemento su cui costruire un vero e proprio discorso di carattere cinematografico. La regia di Morgan Bertacca è la peggiore dell'intera filmografia del trio, con movimenti di macchina forzatissimi, impossibili da non notare, che distraggono dalla narrazione. Sembra quasi che il regista (se così si può definire Bertacca) stia urlando contro il pubblico: "EHI, TU, SPETTATORE CHE HAI SPESO SOLDI E TEMPO PER VEDERE QUESTO FILM, GUARDA CHE STIAMO MUOVENDO LA MACCHINA DA PRESA!". La recitazione dei tre interpreti principali è al limite dell'orrendo, anche Giovanni, che tra i tre è quello che ho sempre considerato l'attore migliore, fornisce una prestazione stanca e scadente. Mai, però, quanto quella di Giacomo, che sembra demotivato e svogliato. E... vorrei tralasciare l'argomento "comicità", ma mi sembra scorretto. Quindi dirò solo un paio di parole riguardo le gag: la comicità di questo film è assolutamente ammuffitta, sa di vecchio. Quante volte si è vista la gag di una persona che, giocando a golf, colpisce in testa con la pallina una persona? Miliardi! E questo è solo uno dei molti esempi di gag riciclate e assolutamente non al livello della storia che questo trio ha sulle spalle. Insomma, "Il ricco, il povero e il maggiordomo", insieme a "Il cosmo sul comò", è decisamente il prodotto peggiore della ultraventennale carriera del trio comico (che fù, ahimè) migliore d'Italia ed un modo perfetto per sprecare il proprio tempo.

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