Ebbi fin subito un presentimento, quel sentimento che causa una rapida depressione nella mente, per cui non esistono attributi per descriverne l’essenza. Oh, non amo il cinema, lo detesto! Del resto, che vuol dire cinema senza dramma? Ecco, questo è il problema. Si potrà anche sviluppare l’ontologia amletica grazie al contributo paziente della probità intellettuale, ma cosa conta l’essere e il suo negativo riflesso se il dramma è qui assente, intendo tacito ove il canto wagneriano d'eroi d'un tempo vibrava l’aree ed era deus ex machina? Nulla, e di conseguenza non possiamo assaporare il frutto di ciò che deriva dal teatro, ma che scorre fin subito alla sua deriva, una fogna che ristagna. Nel dramma s’avviluppa l’ingegno delle menti dialoganti, di botte e risposte e monologhi involontari. Il succo, la polpa nutriente sta tutta qui, nella magia dei significanti che dipanano ai lati per lasciar libero corso ai significati necessari. Sapessimo noi supplire, supponendo, alla mancanza di nutriente di questo frutto acerbo e finanche spolpato c’ha nome “cinema”! Supporre è l’atto salvifico per l’arte del dramma, per tutto ciò che vuol narrare parole. Sciaguratamente l’attore è muto, la sua mente riposa all’ombra della buona coscienza di chi fa foto: l’arte dell’istantanea, l’immagine che si fa padrona, per far piacere all’occhio sull'udito dispotico; e il drammaturgo è diventato sceneggiatore, di sceneggiate visive, senza una voce; ed il regista è presenza sovrapposta, come polvere sull’obbiettivo, e nessuno sa più supporre ed ogni atto consimile.Birdman, un’opre priva di dramma, che sembra esserne talmente cosciente da far parlare il Macbeth di Shakespeare, quasi per ripulirsi la coscienza.
Life’s but a walking shadow, a poor player | That struts and frets his hour upon the stage | And then is heard no more. It is a tale | Told by an idiot, full of sound and fury, | Signifying nothing.
Ma nessun film ha mai posseduto una pressoché sostenibile vicinanza all’arte della declamazione. E come si compiace il verbo se sostenuto da elementi cromatici e provvisti di forme cangianti, un mutare e dondolare d'immagini ed ammassi di cose e vicende, un orgasmo per gli occhi, mentre per la mente una placida vacanza estiva. Qui è severamente vietato usare la mente. Ci si deve lasciar intrattenere, coccolare e l’evasione è lì vicina per lasciarsi avvicinare. Oh, cultura di massa! Oh, borghesia e portafoglio e goliardia! Nobile arte, dove sei volata via? Torna, io voglio dramma e musica insieme, perché mi consuma questo delirio moderno che inquina il mio cervello.E’ qualcosa venir a sapere della genesi e degli sviluppi della vita di Thomson, l’eroe di questo film? Ritengo che la risposta sia negativa. Ovunque ci siano folli, falliti e farfalloni, patologiche noci neurali, io con italica gestualità passo la mano sotto il mento. La figlia problematica, il collega talentuoso ma evidentemente vuoto, come un sacchetto di fritture croccanti agli occhi di un dietista, e qualche vana apparizione, ed infine, a sostegno del tutto, le solite trovate che colpiscono le folle: la nudità, lo sfogo, la rabbia, l'effetto e la magia, tutto condito dalla luce fosca e intensa, che ci stimola le membra. Quando noi assistiamo a questo nulla, il regista pensa e dice: “Ai posteri l’ardua sentenza”. Ed io l’anticipo e lancio la mia pietra. L’idea stessa di avere un legame col futuro che noi non sappiamo dovrebbe indurre l’ideatore a non dare all’opre toni troppo moderni per non confondere i posteri, per non informarli di vergogne attuali, come il cantante dai biondi pilli che fa sognare le fanciulle in fiore; eppure è stato citato, nominato il suo nome. Per tal ragione non c’è alcun senso di responsabilità, di visioni in grande stile nella nostra cultura odierna. Ma cosa poss’io pretendere da questa comunicazione assai dilatata? Un’alternativa, solo un’alternativa, e solo in tal senso questo film prende il volo e vola via, dove vuole svolazzare. Ebbene sì, caro Birdman, ti ho già dimenticato.

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