Alexander Hacke: un tizio sornione coi baffoni, simpaticissimo, che suona dagli esordi coi padrini dell'industrial Einsturzende Neubauten.
Ma lo ricordo quando lo vidi la prima volta dal vivo: canottiera sulla panza prominente, sudore copioso, ipertricotico e in continuo Headbanging neanche suonasse per gli Slayer o chissà quali altri fracassastaffe.
Alexander Hacke, l'Hell's Angel dei Neubauten, uno a cui chiesi una sigaretta e cercò di trascinarmi in albergo (ups, forse non dovevo dirlo... ma è gay!), comunque un tipo simpaticissimo con cui si possono scambiare due chiacchiere, lontano anni luce dal divismo o dall'esistenzialismo del cazzolo di tanti post questo e post quello... che poi di post hanno soltanto quello dove parcheggiano la Duna quando vanno a lavorare.

Alex ha fatto un cd che... beh, ecco... convince solo a metà, nel suo perdersi tra rumorismi un po' vuoti e fini a se stessi, pezzi ambient ("Sonntag"), fuochi fatui di rock duro ("Sanctuary") con la voce dell'ex Jesus Lizard David Yow che rende il tutto un miele saraceno da colarsi sui peli del petto mentre si guarda lo show di Celentano.
Si, i collegamenti con lo squallore e la follia qui si sprecano: alle volte sembra di osservare l'immortale Bruno S. che suona l'organetto nella "Ballata di Stroszeck" mentre con una mano suona i tasti e con l'altra fa il dito medio ai ragazzini venuti ad ascoltarlo.
Alex Hacke è un po' l'elemento Monty Python, quello che mischia l'immischiabile e te lo rende digeribile... poi con arguta nonchalance ti passa l'alcaseltzer e ti dice che "si, scusa ma ti dovresti togliere dalle balle perché tra poco gioca il Bayern Monaco"...e tu che fai, resti? E allora lui ti trascina in "Paura e Delirio ad Hackelandia", ti fa sentire il vibrafono che non vibra e il Theremin, che poi io non ho ancora capito che cazzo è sto Theremin ma fa figo citarlo, quindi...Theremin!
Poi Hacke ti serve Gianna Nannini, eh si c'è anche lei tra gli ospiti, sorpresi? E lei ti canta una "Per Sempre Butterfly" (titolo disgraziato, neanche i Gazosa!) che fa venire i brividi... giuro, i brividi! Una splendida canzone con una struttura ritmica da fibrillazione ventricolare, cioè morte certa.
Ma io non voglio morire, almeno non per ora, e quindi proseguo, novello Biberkopf, in questa babele berlinese (fica la citazione eh?) e mi ci perdo... che belle le gru, le staccionate; ma dov'è la Postdamer Platz? Non riesco più a trovare la Postdamer Platz... ma lei ti aspetta ariosa e impossibile nella sua inesistenza in "Bush/Throat" che sembra capicollata dai Rede-Speech dell'amico Blixa Bargeld (non sarà mica gay anche lui?). Parecchi minuti di solipsismo vocale, di meditazioni zen e parecchi cannoni più tardi torniamo a rivedere le stelle con la salsa metaforico-disturbante di "All American Happy Hour": qui partono le danze al centro del Tropicana, si leccano le ascelle alle mulatte mentre l'Hacke ti fa l'occhiolino e ancheggia, novello Village People, palpeggiando il perineo al batterista, Ma è seduto! Direte voi... ebbene lui lo può fare, perché si chiama Hacke ed è membro fondante dei Neubauten.

Un disco eterogeneo e non sempre ad alti livelli, a volte dispersivo ma molto fantasioso.
Il piccione non esiste più.

Carico i commenti...  con calma