Era il 14 agosto del 1945 quando il presidente Truman annunciò alla radio la resa incondizionata del Giappone e quindi, la fine della Seconda Guerra Mondiale. Mentre la voce del Presidente scandiva quelle note che in tanti avrebbero voluto ascoltare da tempo, un rubinetto immaginario si aprì su Times Square facendo sgorgare migliaia di persone per i dovuti festeggiamenti.  

Alfred Eisenstaedt, ebreo prussiano, cresciuto in Germania e fuggito negli Stati Uniti durante le repressioni hitleriane, si trovava sulla 45th Street, a due passi da Broadway, per catturare immagini dell'evento da pubblicare sulla rivista "Life" per cui lavorava. Mentre le persone invadevano con sorrisi splendenti ogni centimetro quadrato di quell'illuminatissimo angolo di New York, nel raccogliere la sua Leica M3 fino ad allora penzolante sul petto, vede un marinaio con avanzare brioso, che punta un'infermiera scesa in strada per partecipare ai richiami vibranti della popolazione festante.

Il marinaio, pervaso da gioia insopprimibile la afferra con vigore avvolgendola in romantiche spire. Come una mossa a scacchi dettata dalle sensuali leggi del tango, il militare improvvisa un particolare caschè, e le domina le labbra con un bacio, legittimo, liberatorio, quasi un morso. Ma piacevole. L'infermiera sembra non concepire l'attimo ma la gioia è tanta. Anziché sottrarsi alla dolce furia del navigatore, si abbandona, preoccupandosi, con una purezza oggi scomparsa, di trattenere la gonna che potrebbe sollevarsi.

Bellissimo è il contrasto di colori che viene scaturito da quell'incontro estemporaneo. Il bianco dell'infermiera, come la purezza di una colomba che, mai come questa volta, si sposa con il nero, rude, energico, di un lupo (di mare) che agguanta la sua preda con una violenza affascinante, con la violenza più bella. Quella di un abbraccio fulminante che propaga la sua carica elettrica in un bacio appassionato. La guerra è finita, darling! Voglio gridarlo al mondo intero con un bacio! La gente approva, sorride e magari applaude.

Eisenstaedt affermerà più volte che ciò che lo spinse a scattare fu proprio quel contrasto di colori. Un geniale bianco e nero che spicca sul bianco e nero. Tanto da sembrare incollata su un qualunque sfondo anonimo di Times Square. Victor Jorgensen, fotografo della Marina Statunitense sul posto quel giorno, scattò da diversa angolazione, regalandocene uno scorcio diverso ma comunque significativo.

Mi dispiace dover integrare, per coerenza, la nota dolente. Purtroppo, gli americani, questa foto emblematica sono riusciti a rovinarla, facendone prevalere il lato di cattivo gusto con una sceneggiata patetica degna del peggior libercolo gossipparo. La rivendicazione dei protagonisti.

Così come per i militari con la bandiera issata ad Iwo Jima, per decenni sono affiorate diverse congetture, mettendo addirittura in cattiva luce l'autore dello scatto. L'infermiera, sarebbe Edith Shain, deceduta recentemente, associandosi alla donna nella foto con una lettera inviata ad Eisenstaedt e pubblicata su "Life" addirittura nel 1970. Dopo dieci anni, la rivista pubblica un articolo in cui si evidenzia ancora inevaso l'interrogativo su chi fosse il marinaio. Spuntano ben undici candidati e addirittura altre tre infermiere intenzionate a detronizzare la Shain. Inutile dire che pur di accaparrarsi la warholiana notorietà, la squadra di marinai ha comunicato diversi tentativi di riconoscimento, anche i più abbietti. Dal tatuaggio alla cicatrice, dalle battaglie legali con perizie fotografiche ai dati antropometrici passati al setaccio (!). Ma anche false testimonianze e tentativi di querela di presunti protagonisti verso la rivista per averla pubblicata senza alcun permesso. Si, dopo 35 anni.

Poi, per dare il colpo di grazia, scadendo nel pecoreccio macabro, nel 1996 (Eisenstaedt morì nel '95) spunta un certo Jim Reynolds che sancisce addirittura la fallacità del famosissimo scatto. Reynolds affermò che l'immortalazione risaliva a due mesi prima e che il fotografo chiese la messa in posa dei soggetti. Dichiarò financo che per non minare l'integrità coniugale si trovò costretto a rivelare la verità dopo la morte della moglie, in quanto la foto lo avrebbe ritratto in evidente adulterio. L'unica certezza è che l'autore della foto ha sempre affermato di non aver potuto identificare i protagonisti del celebre scatto, causa la confusione del momento.

A quanto pare Edith Shain avrebbe riconosciuto come suo effimero partner, tale Carl Muscarello, di origini italiane, incontrato anche in occasione di un anniversario ben 62 anni dopo.

Questa è la triste verità, purtroppo. Non può esistere niente che esprima il bello che non venga immancabilmente rovinato da infime efferatezze. L'assioma di Aigner in effetti dichiara che qualunque cosa tu faccia, ci sarà sempre qualcuno che ne modificherà il risultato. Quanto sono stronzi e faciloni a volte, questi americani.

Per quanto possibile, voglio staccarmi da questa violenza e immaginare la spontaneità di quel bacio. Malgrado tutto, cerchiamo di immaginare che si tratta di un bel bacio, forse del più bel bacio o comunque più significativo. Un pudico atto d'amore che decreta la fine di un orrore.

Per quanto possibile.

Carico i commenti...  con calma