Il 2008 ormai giunge alla conclusione, come al solito è tempo di analisi, bilanci e giudizi. Si guarda alle sorprese, alle delusioni, ai ritorni, alle novità; le classifiche e i giudizi si diffondono e lasciano, come prevedibile, perplessità e qualche critica. Personalmente decido di inoltrarmi in questo gioco, al quale mi ero sottratto un po', proponendovi quello che ritengo il MIO disco dell'anno: trattasi di "Comes Love" di Alice Ricciardi.

Due note sull'artista in questione: cantante milanese, 32 anni, proveniente da studi di conservatorio, comincia a farsi notare nella città meneghina alla "Casa del Jazz" con alcuni concerti. Il passaggio oltreoceano e un lusinghiero premio ottenuto al Jazz Festival di Montreux le permettono di farsi segnalare oltre i confini nazionali. A notarla è la BlueNote, importante etichetta del settore, che le offre la possibilità di incidere questo primo disco sotto la supervisione di Patrizio Romano.

Il disco è molto interessante, di qualità, quasi sorprendente per essere una prima volta in studio. Partiamo subito da un dato che potrebbe essere negativo in sé, in questa circostanza aiuta molto e ci indirizza verso una maggiore comprensione dell'artista: il disco è composto da 13 cover, brani che passano da Gershwin a Dave Brubeck. Numerosi sono gli elementi interessanti; a farsi notare è soprattutto il marchio di forza di Alice Ricciardi, la voce: splendida, dotata di grande eleganza, molto bella. Non sembrano esserci particolari titubanze o errori marchiani, si nota al contrario una certa meticolosità per far risaltare tutte le qualità a disposizione. Musicalmente si fa accompagnare da un ensamble interessante capitanato dal pianista Roberto Tarenzi che cura anche gli arrangiamenti, in positivo si segnala anche Gaetano Partipilo al sax e al flauto. Siamo davanti a tredici brani in cui si omaggia un jazz quasi d'altri tempi, il sound del disco rispecchia certi elementi del passato i quali a sentirli oggi risultano ancora piacevoli e per nulla invecchiati. A voler essere pretestuosi ci si poteva aspettare un po' di coraggio in più, cercare di allontanarsi da certe modalità e puntare fortemente su una personalizzazione delle canzoni proposte.

Non è un capolavoro o qualcosa d'immortale; è invece un disco che stuzzica, appassiona, diverte, risultando in estrema battuta godibile. Incidere delle cover nel primo disco ci offre un primo quadro con elementi interessanti, tuttavia non è sufficiente. Sarà molto interessante aspettare Alice Ricciardi una seconda volta, ad una sorta di prova del nove che dimostri in maniera definitiva la qualità della proposta, personalmente ritengo parliamo di una cantante di assoluto avvenire. "Comes Love", disco dell'anno per sensazioni offerte ed anche una speranza in prospettiva per il Jazz nostrano.

Elenco e tracce

01   Comes Love (04:31)

02   Ghost Of Yesterday (05:02)

03   Here Lies Love (04:09)

04   By Myself (03:04)

05   Le Tue Mani (04:51)

06   Summer Song (02:34)

07   Give Me The Simple Life (04:10)

08   I Was Doing Allright (The Golwyn Follies) (04:52)

09   I'm Gonna Laugh You Right Out Of My Life (06:13)

10   Who Cares (As Long As You Care For Me) (Of Thee I Sing) (02:26)

11   If I Should Lose You (04:06)

12   The Boy Next Door (04:51)

13   I'll Remember April (04:19)

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