AL SUO SECONDO DISCO, UNA BELLA CONFERMA

Era difficile che la nostra Alison Moyet potesse ripetere un album della caratura del suo esordio solista di tre anni prima: ALF (1984) resta insuperato (e lo resterà anche in seguito) ma non è che questo RAINDANCING sia immeritevole di lodi, anzi.

Ci sono almeno un paio di eccellenze: l’una «Weak In The Presence Of Beauty» e l’altra «Is This Love?» ad aprire le rispettive facciate del long playing originale ed entrambe con ottime performance di vendita in UK. La prima era già uscita un anno prima con scarso successo a firma del duo synth-pop Floy Joy, ma rispetto all’originale la cover di Alison ha ben altro spessore e riesce a dare un valore quasi universale al nostro sentirci impotenti (quel “I’m so weak” richiamato nel titolo) davanti alla bellezza, che può essere quella della persona amata, ma anche più in generale una specie di “grande bellezza” ante litteram. Nell’altra hit di questo album - «Is This Love?» - c’è per la musica lo zampino di Dave Stewart degli Eurythmics (nei credits Jean Guiot per ragioni contrattuali) che in quegli anni era in pieno stato di grazia; mentre Alison canta con un bel piglio sciolto, un po’ alla Morissey, una storia carica di sensualità (“I want your lips to kiss and our limbs to entwine”).

n effetti, amore & seduzione sono il filo conduttore che lega tutte le canzoni: qualcuna oscura come l’intimità degli amanti («Blow Wind Blow» dove lei con un filo di voce invoca “Take me / Take me”); altre più materiali («When I Say / No Giveaway») a cantare il “dopo” di un amore clandestino (“Just give me back my negatives / And I won’t tell your wife about last night”) o l’epilogo di una passione al femminile («Ordinary Girl»).

Il titolo dell’album è suggestivo ma di questa danza-della-pioggia non ho trovato riferimenti nelle canzoni; le liriche (tranne “Weak …”) sono della stessa Alison che per molti pezzi partecipa anche alla musica; produzione di Jimmy Iovine, non proprio l’ultimo arrivato (pronunciato all’americana: aiovin, anche se fa un po’ ridere!); grafica, informazioni e testi delle canzoni: tutto in ordine; per la copertina, una foto niente di speciale di Richard Haughton, con il corredo delle gocce di pioggia richieste dal titolo. Insomma per Alison Moyet una bella conferma: non sarà forse stata l’Adele degli anni 80, ma questo disco merita un acquisto anche oggi.

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