Un disco davvero esaltante, che si candida fortemente a diventare il miglior cd italiano del 2006. Chiamare in causa Radiohead, Placebo e Pink Floyd è d'obbligo in questo caso.

Ameba 4. Il nome non è dei più felici. Ma tant'è. Il loro sound è davvero speciale, e quasi fa effetto sentire parole italiane su intrecci di suoni tanto sofisticati e melodici allo stesso tempo. Il lavoro non per niente vede il contributo di Corrado Rustici, un mago del mixer e dei suoni; la sua presenza fa capire comunque quanto la casa discografica ci creda in questo progetto. E' proprio Caterina Caselli a produrre il lavoro, la talent scout che ci regalò per ultimi i Negramaro (prima ancora ci fu Elisa). Gli Ameba 4 sono passati anche sul palco di Sanremo quest'anno, raccogliendo anche la ben augurante immediata eliminazione dalla categoria giovani.

Il disco si apre con "War (Che ne consegue)": un tappeto di tastiere e di voce robotica e filtrata ci introduce nel disco. Chitarre sporche, rullanti ipnotici. Ma arriva la scossa: una botta eccezionale di energia causata da un ritmo quasi progressive e un turbine di chitarre che ricorda il passaggio brusco rock di New Born dei Muse. Il battito delle mani ci accompagna in questa marcia, il testo è molto essenziale ma perfetto. La seconda traccia ("Non Vivo Più") è la più bella del disco a mio giudizio: atmosfera brit, semplice non più robotica; i Radiohead dei tratti più acustici di Ok Computer irrompono con prepotenza. "Perchè non vivo più, stanco e immobile io vado giù": queste parole si stampano nel cervelletto. E non se ne vanno più. Canzone straordinaria. Può essere un singolo bomba. Segue "Tu Ti Ricorderai Di Me". Ritmo incalzante, quasi malato, zoppiccante e rantolante, malato come alcune canzoni di Hail To The Thief (i Radiohead sono l'influenza più profonda). Le chitarre elettriche dipingono tracciati robotici, matrici futuristiche. E il ritornello è molto potente. La quarta traccia "Via Da Noi" è tra le più belle del lavoro (se la gioca con "Non Vivo Più"); arpeggio dondolante ma non rassicurante che esplode nel leit-motiv del ritonello. La chitarra acustica detta un ritmo che puzza di disastro incombente.
Le atmosfere sonore sono curate maniacalmente
. La voce del chitarrista-cantante Fabio Properzi è davvero fantastica, ricorda per intensità quella di Brian Molko. Dopo un interludio molto cosmopolita e sporco arriva "Fermo Il Tempo (War Parte 2)"; basso quasi con synth dance, aria insana. Melodia molto contagiosa. Le frequenze sono quelle di Origin Of Simmetry. "Il Cielo" viaggia addirittura sulle orme di pezzi dei Marlene Kuntz (specialmente le chitarre ricordano molto gli arpeggi dolci e malinconici di Bianco Sporco). Ritornello epico, esaltante, da ricordare. La traccia 8 "Labile" ha un basso protagonista dietro ad un muro di tastiera con echi di esseri mostruosi. Canzone molto con molta verve ed arrangiamenti in stile Sleeping With Ghosts. Le parole "Cerca di non ridere, cerca di resistere, il tuo regno è fragile, ma la mia mente è labile" sono tanto precise quanto sincere. I testi s'incastrano alla perfezione nelle pareti sonore. Se li si leggesse sembrerebbero forse banali, ma l'incastro è paurosamente riuscito. "Quello Che Io So" ha un riff di chitarra acustica molto delicato, il pezzo però è tra i meno convolgenti, anche se le liriche sono tra le più riuscite. Decima canzone è "Dove Ti Troverò", piano quasi da musica classica, atmosfera in stile Absolution; il risultato è molto intimo, però non efficace come nei precedenti episodi del disco. "Strade Da Disegnare" ha visto la collaborazione nel testo di Giuliano Sangiorgi, cantante dei miracolosi Negramaro. Un pezzo fantastico, un probabile singolone dall'impatto straordinario. Il ritornello è molto incalzante e potente "Nuove strade da disegnare tra mille fiori da respirare, pianga solo la voglia di restare". Il binomio della strofa tra schitarrate e batteria catartica è straordinario. "Le Tue Mani" ripercorre le strade di "Dove Ti Troverò" e "Quello Che Io So" andando a formare il terzetto di canzoni più deboli, anche se il ritornello riscatta una partenza che non lascia il segno. Chiude il disco il bel pezzo portato al Festival di Sanremo "Rido...Forse Mi Sbaglio": canzone profonda, malinconica come la voce di un cantore medievale. Peccato per la parte in cui la canzone si perde in un suono spaziale che non è molto connesso al resto delle canzone, e che penalizzerà la sua possibile presenza nell'air-play.

Un lavoro davvero significativo per questa band all'esordio. I riferimenti musicali sono molti, la padronanza di mezzi con cui questi sono gestiti è invidiabile. Un cd da procurarsi, ve lo assicuro.

Elenco e tracce

01   War (Che Ne Consegue) (00:00)

02   Non Vivo Piu' (00:00)

03   Tu Ti Ricorderai Di Me (00:00)

04   Via Da Noi (00:00)

05   Interlude (00:00)

06   Fermo Il Tempo (War Part.2) (00:00)

07   Il Cielo (00:00)

08   Labile (00:00)

09   Quello Che Io So (00:00)

10   Dove Ti Trovero' (00:00)

11   Strade Da Disegnare (00:00)

12   Le Tue Mani (00:00)

13   Rido...Forse Mi Sbaglio (00:00)

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