Nel Febbraio anno domini 2008 Bjorn Thorsten Jaschinki, glorioso vichingo ignoto ai più (me incluso), cura per conto di Nuclear Blast "Pagan Fire", crestomazia del più blasonato metal nordico. 16 tracce più ulteriori 10 pezzi su dvd, per i veri aficionados non ancora stremati da un'ora abbondante di inni battaglieri, urla belluine e ritmiche trita-ossa. Trattandosi di viking metal, l'apertura del disco non poteva che essere affidata al compianto Quorthon (definito "dio del tuono, del vento e della pioggia" nell'ovviamente assai sobrio libretto), titolare dell'one-man-project Bathory e nume tutelare di tutta la mitologica scena metal norrena. Si parte dunque con la dolce e melanconica "Song to hall up high": chitarra acustica, voce stentorea, cori e gabbiani in sottofondo: gli ingredienti per commuovere un vero guerriero ci sono tutti.
Doverosamente omaggiato il defunto Quorthon, che da ormai quattro anni leva i corni con Odino in seguito a uno spiacevole attacco cardiaco, si passa alle giovani leve; è ora la volta degli Enslaved con "Isa". Essendo sprovvisto di un pratico dizionario italiano-ugro/finnico, non posso tradurre il titolo a uso e consumo del pubblico DeBaseriota. Se tuttavia ipotizziamo che Isa sia il nomignolo di una bella vichinga (Isabella?), possiamo anche intuire quali siano i sentimenti che il singer prova nei suoi confronti dalla veemenza dei romantici scream che caratterizzano tutto il pezzo, tirato e maligno al punto giusto. Caratterizzano per modo dire, dato la difficoltà di trovare linee vocali clean nel genere in esame. Terza canzone della selezione è l'epica "The longships are coming" degli Unleashed; davvero molto vario il testo: il cantante grugnisce per cinque minuti riguardo a questi benedetti drakkar in arrivo. Si pensa abbiano trovato traffico, infatti il pezzo si trascina fino al collasso degli zebedei, merito anche dei gratuiti virtuosismi del carneade chitarrista del momento. A risvegliare i bollenti spiriti giungono per intercessione di Thor i granitici Amon Amarth con "Victorious March"; niente da obiettare sul pezzo: death compatto con squarci melodici, simil-growl d'annata e riffoni sincopati a volontà. Proseguendo, incontriamo il parto schizoide del leader degli Wintersun, ovvero "Winter madness"; tanto per chiarire, il leader e chitarrista della band è un biondo individuo disturbato mentalmente che si dichiara emulo di Malmsteen. Sti cazzi, ci sentiamo di rispondergli con affetto. Un solo prolungato e onanistico cesella inutilmente un pezzo ambiguo, oscillante tra melodie power e ritmiche in doppia cassa, ma con tempi e blast beats al confine con il brutal. Mosso da pietas, il Bjorn di cui sopra ci concede ora un gran bel pezzo dei mitici Finntroll: "Nedgang". Tamburi, immancabili cori, orchestrazioni imponenti e spirito vichingo alle stelle.
Finalmente, ecco emergere dal mare magnum del death più rozzo, le tanto care parti folk: "Blut im auge" degli Equilibrium spicca per agilità e potenza al tempo stesso. Riff melodico in loop e ritmica incalzante, ottima formula ben applicata da questi crucchi, senza dubbio degni vichinghi adottivi.
I successivi Moonsorrow, autori della bellissima "Kylan Passa", sono la più lampante dimostrazione di come il Pagan metal non sia un genere chiuso alle più disparate influenze: il brano poggia su un cadenzato riff di scacciapensieri, simpatico strumento importato nell'area baltica da Eric il rosso come souvenir dopo una scorribanda un po' troppo a sud. Mi accorgo ora che la recensione non sta procedendo incalzante come l'epopea vichinga richiederebbe, di conseguenza bypassiamo gli onesti e oscuri Primordial e immergiamoci nel true-celtic-padan-folk metal degli svizzeri Eluveitie; "Inis Mona" è un trascinante mid-tempo, sorretto da un accattivante riff di cornamusa o simili, schitarrate massicce e imperiosi stacchi ritmici. Sinceramente un gran bel pezzo, tra i migliori del combo.
Svolta alcolica per l'album con i gai Koorpiklaani; la loro "tapporauta" è una gradevolissima e metallica humppa, ovvero la tipica polka finnica. La dodicesima traccia è "deathbringer from the sky" degli Ensiferum; al di là di qualunque considerazione sulla perizia tecnica, peraltro notevole, di questi epici "portatori di spada", a loro va tutto il mio rispetto in funzione dello stupendo esemplare di fimmina che ingentilisce la foto del gruppo nel libretto. Scusate la digressione, ma quegli occhi azzurro ghiaccio me li sogno. La comprensibile esaltazione derivante dalla meravigliosa visione viene repentinamente soffocata dalla glaciale "Laeknishendr" dei Falkenbach, altri crucchi. Un crucco solo in realtà, trattasi infatti di un altro one-man-project stile Bathory. Mi è impossibile anche solo ipotizzare il tema del brano, maligno, atmosferico e crepuscolare Q.B. Di nuovo avanti veloce sui Thirfing, ed eccoci alla chicca dell'album: gli stravaganti Turisas. Questi simpatici cerebrolesi si presentano addobbati di pelli, corna, sangue e altri ammennicoli al fine di sembrare dei veri guerrieri made in Finnland, ma purtoppo per loro riescono al massimo a produrre una sincera imitazione di un branco di hooligans avvinazzati in trasferta. Ciononostante, la loro "Battle metal", scatenerà i vostri istinti più reconditi grazie a una carica epica senza rivali. Il poderoso mid-tempo sovrastato dai fiati marziali vi spingeranno a recarvi, ascia bipenne in resta, a caccia di truzzi.Inevitabile l'impalamento all'immancabile albero di Frigga delle prede. L'orgia di metal pagano si avvia gloriosamente alla conclusione, ormai. Chiusura affidata agli inglesi Bal-Sagoth; interessante il cantato usato nelle strofe: non più i soliti scream o growl, ma un evocativo recitato. Odino mi perdonerà se vi risparmio una descrizione dell'incluso dvd, che comunque è fortemente consigliato a tutti i veri esaltati. Impedibile comunque il primitivo video clip di "Trallhammaren" dei Finntroll.
Mi pare infine doveroso fare un accenno all'art work: in copertina vediamo un nerboruto true viking nell'atto di cremare le spoglie di un infido poser, poc'anzi macellato. Alle spalle dei due troviamo diversi altri poser, terrorizzati dall'idea che il barbuto vendicatore scopra il loro santino di Dani Filth nascosto nell'elsa. STAY PAGAN.
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