Per gli artigli che da bambina le si erano affondati lasciando cicatrici vistose, per i denti acuminati che ostentavano sbadigliando, per l’indifferenza e l’opportunismo, per la crudeltà con le prede: per tutto questo Sandra odiava i gatti. Soprattutto la terrorizzava il richiamo rauco, alieno eppure inaspettatamente quasi umano, del periodo di calore. E di città in città, Sandra sembrava finir sempre per avere una stanza nel circondario di una gatta in calore. Eccola, di nuovo. La disperazione impotente di quelle grida la angosciavano, e chiuse la finestra. Tony aveva musica in casa, era la sua specialità. Sì, un po’ di musica le avrebbe fatto bene. Era una vacanza, un’evasione; quel viaggio doveva essere un divertimento. Voleva uscire da quel brutto periodo ad ogni costo. Prese un cd a caso. “Made in Wales”, proclamava le copertina.

I suoni che presero a uscire dagli altoparlanti aprirono le porte della sua paura. Rombi e pneumatismi come di presenze aliene, più orribili di cinque gatte in calore contemporaneamente, le ripresentarono una a una le terribili verità dalle quali voleva allontanarsi. Esaminò con più attenzione il contenitore del cd: Anal. Anal? Non aveva nessuna intenzione di venir sverginata da quella parte. “Zero beats per minute”. Al contrario, la frequenza cardiaca le stava aumentando a ogni ben coreografato giro di impulsi e di sostenuti. Allarmi e richiami, passi, ritardi e accelerazioni, improvvise note lungo i corridoi oscuri di quella musica da industria, da azzeramento nucleare, la riportavano alle idee fisse, alle catene interiori dalle quali non riusciva a liberarsi. Forse, invece, Anal era disco music, e i suoni che stava ascoltando erano un effetto collaterale di troppe pillole di troppi colori prese tutte insieme. Del resto, Tony era un maiale e non pensava che al sabato sera e al pizzo nero.

Sì, Anal doveva essere disco music perché solo l’inconscio poteva conoscere così da vicino il suono dell’angoscia, della luce che si intravede alla fine del tunnel, della fuga disperata, dei mille intralci, delle soste forzate o autoindotte. Solo l’inconscio poteva riproporle i mulinelli di orrore grigio nei quali, notte dopo notte, annegava, e i gorgogli dell’abisso contro il pulsare della speranza. “Anal suona congegni elettronici”, diceva la copertina. I congegni elettronici che Sandra aveva visto ai concerti lanciavano in corsa treni di ritmi e disegnavano circonferenze stellari. Questi erano invece i suoni della terra, delle depressioni geologiche e psichiche. Questi, forse, erano i suoni crudeli e indifferenti che Dante aveva sentito scrivendo l’”Inferno”. I ruggiti elettronici diventarono assordanti e Sandra perse il controllo quando una fiera arcuò la schiena con un terribile “Fffff!” di paura e di minaccia. Poco dopo la chiave di Tony aprì gli scatti della serratura. Sentì, vicinissima, una sirena. S’affacciò alla finestra aperta: due uomini in divisa stavano allontanando un cerchio di curiosi mentre una barella entrava ondeggiando nell’ ambulanza. Un altro drogato, senz’altro. Con la coda dell’occhio però catturò il giallo della sciarpa di seta di Sandra. Sandra? Sandra non stava bene, ma... “Sandra?” Fece le scale a quattro a quattro, si fece largo tra la gente, ma con un sibilo lancinante l’ambulanza partì. Dalla finestra aperta colavano i toni turbati e psicotici di “Zero Beats Per Minute”, quel capolavoro nero di ossessione e di invenzione audiopatologica. L’aveva sempre pensato, Tony, che Sandra avesse buon gusto, e non solo in fatto di uomini.

Elenco e tracce

01   Frequency Ghetto (02:00)

02   Tower 41 (02:05)

03   Sendezeichen (01:55)

04   Keltic Fly (02:23)

05   Motorised Pessary (07:06)

06   Journey Through A Burning Anal (18:30)

07   Mental Behaviour (03:40)

08   Psychick Cerebration (13:37)

09   'The Starshaped Individual In Society' (01:57)

10   Llanwern (03:17)

11   Carnage To My Brain (09:01)

12   Analfest (10:10)

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