Lo scorso anno gli Anastatica esordivano nel mercato discografico con il primo, intenso album dal titolo "Recalling" (Kitten Nest). Dieci brani strumentali che contenevano echi New Wave e Ethereal Pop, ma anche psichedelia e atmosfere squisitamente ambient.
A meno di un anno di distanza, il gruppo guidato dal compositore e polistrumentista Simone Bortolotto ritorna su tutte le piattaforme digitali e su vinile con l'EP "In a sleeping garden", sempre per l'etichetta indipendente Kitten Nest. Quattro sono i brani, ancora una volta strumentali, di questo pregevole lavoro in cui ancora emergono influenze varieggiate, ma sapientemente dosate in un mix di suggestioni ambient, gothic, post-rock e pop etereo che a tratti riprende gli artisti più noti della 4AD, storica casa discografica degli anni Ottanta.
Il disco, forse un concept nelle intenzioni (ma l'assenza di testi lascia un dubbio in proposito), giunge all'ascolto come giungerebbe un viaggio interiore: chitarre elettriche cariche di effetti, sitar, tappeti elettronici, basso quasi alla Japan trasportano verso una dimensione intima e meditativa. "In a sleeping garden " non è, tuttavia, un disco di musica new age: può piuttosto piacere a chi ha amato le sperimentazioni di David Sylvian nei suoi primi lavori solisti, ma anche a chi seguiva gruppi di nicchia come Dead Can Dance o Cocteau Twins.
Il disco, nella versione digitale, è disponibile nella pagina bandcamp del gruppo: https://anastatica1.bandcamp.com/album/in-a-sleeping-garden ma anche su tutti gli stores in rete.
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