Andreas Schnaas è un genio: ha fatto un film (che dico... una TRILOGIA!) di merda, con "attori" di merda e una qualità generale...di merda, e come l'ha chiamato?! Merda Violenta appunto!
Il capolavoro di questo regista (che a me ricorda la pornostar Gianna Michaels, solo più grassa e brutta) ha come unico fine quello di mostrare scene disgustose di omicidi assurdamente splatter, senza un filo logico o una minima spiegazione. Fino al secondo capitolo, si possono seguire le gesta di questo assassino deforme chiamato Karl the Butcher (impersonato da Schnaas stesso), che vagando per strade, boschi e cantieri, uccide brutalmente chiunque incontri. Punto. Una trama non si può avere, se non uno sputo di striscio nel terzo film, dove Karl e suo figlio (protagonisti rispettivamente di Violent Shit I e II) hanno creato un esercito e si sono stanziati su un'isola; tre cinesi esperti di kung-fu dovranno riuscire a sopravvivere, tra combattimenti coreografici ed esplosioni stile Power Ranger.
Per quanto riguarda il primo capitolo, tralasciando qualsiasi commento su recitazione, scenografia o simili, si possono ricordare alcune scene cult: una tipa che viene sventrata a partire dalla vagina, Karl che esce da Gesù Cristo durante un sogno mistico, e infine il parto di suo figlio. Gli effetti speciali sono artigianali, finti come la risata di Fabrizio Frizzi, ma sufficientemente "gore".
Il secondo Violent Shit è l'estremizzazione del primo, con decapitazioni e successive fellatio con la testa (una scena simile è presente anche nel francese "High Tension" di Aja), evirazioni, e ovviamente assenza di trama.
La qualità del girato passa da un ultra-amatoriale del primo film, a un più decente amatoriale-quasi-professionale nel terzo (e conclusivo) episodio, sottotitolato "Infantry of Doom". Come già precisato, qui una pseudo-trama la si può anche riconoscere, e inoltre gli effetti speciali sono senza dubbio più curati. Inoltre ci sono dialoghi e un uso della telecamera più cinematografico.
Se ovviamente non si può che considerare questa trilogia come il frutto di un deviato con la passione per le frattaglie, altresì bisogna riconoscere la passione profusa nel progetto, la demenzialità tipica del genere (il parto del figlio, il dottore dell'esercito con baffetti hitleriani, i ninja) e la presenza di un personaggio abbastanza caratterizzato grazie alla maschera di stampo medievale. Il giudizio perciò terrà conto anche di questi aspetti.
I successivi film di Schnaas (come "Nikos the Impaler" o "Anthropophagous 2000") saranno più curati, ancora più tendenti all'umorismo alla Bad Taste, sanguinolenti, ma niente potrà rivaleggiare con la poesia di "Violent Shit - Die Trilogie".
Un film che anche M.Poletti dovrebbe vedere.
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