Di poche settimane fa è la notizia del conferimento del Leone d'oro alla carriera a Tilda Swinton e ad Ann Hui. Ma mentre tutti conosciamo la grande attrice inglese, in pochi conoscono invece la seconda, regista però molto importante nel cinema di Hong Kong. Il suo film più famoso senz'altro è A Simple Life, distribuito anche in Italia. Un film magnifico, tratto da una storia vera di immensa umanità, che consiglio a chiunque.

Un film prezioso e raro, che non cerca la commozione facile, anzi, ma proprio per questo inevitabilmente la ottiene, alla fine di un percorso di avvicinamento all'ineluttabile (già enunciato, in realtà, alle primissime battute di voce off), in cui invecchiamento, malattia, morte, sono affrontati come naturali fasi nell'esistenza di chiunque. La riconoscenza e l'affetto che nutre Roger nei confronti di Ah Tao, domestica (per semplificare in stile occidentale una figura molto più complessa, ricorrente maggiormente nella cultura orientale) che l'ha cresciuto come un figlio, sono dei sentimenti non scontati e, come raccontato dal vero Roger Lee (la cui storia, appunto, ha ispirato il film), non restituibili a parole. Ancor di più in un contesto globalizzato dove i rapporti tra persone sono condizionati da distanze, impegni lavorativi e componenti a vario titolo alienanti rispetto ai valori di un mondo che non c'è più (discorso che già Ozu, evidentemente estremamente lungimirante, aveva affrontato in Viaggio a Tokyo). Così Ann Hui (di Hong Kong ma di origini cinesi e giapponesi) mostra le visite, i ricordi legati alle foto e agli oggetti, i luoghi, il radicamento, la solitudine senza autocommiserazione, una vita lunga diverse generazioni. Il piccolo susseguirsi della quotidianità all'interno di una casa di riposo hongkonghese, il procedere lento verso la fine, senza enfasi drammatica né eccessi di nessun tipo, con la stessa naturalezza e semplicità cui allude il titolo stesso del film, caratteristiche proprie solo dei più grandi del cinema.

Un film di grande grazia e saggezza, preziosissimo e straordinario in quanto mostra qualcosa non di moda, ma ancora estremamente terreno e universale, a cui molti preferirebbero forse non pensare. Riflettendo sul senso di una vita senza rimpianti e su cosa significhi arrivare serenamente alla fine nella normalità. "A simple life", appunto. Una piccola grande lezione.

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