Premessa:

Visto che su Debaser vengono recensite senza ritegno nè coscienza opere come la Divina Commedia, i Promessi Sposi o la Gioconda, ritengo che tutto sia ormai possibile. Per questo motivo ho deciso di andare su, su, dove osano le aquile, sfidando l'eternità, il buon senso e soprattutto il senso del ridicolo.

Ho deciso di recensire il mondo.

Colossale concept di autore ignoto, "Il Mondo", chiamato anche "Pianeta Terra", è da millenni al centro di un dibattito serrato tra i maggiori critici del settore. La questione su cui ci si accanisce è sempre la solita: "Chi è l'autore?". L'annosa discussione è resa ancor più complicata dalla lunga schiera di artisti che ne rivendicano la paternità. In particolare, si segnala un anziano signore con la barba e un triangolo in testa che dichiara di averlo realizzato in una sola settimana.

Evidentemente, un mitomane.

Ma lasciamo ai critici le sterili diatribe sull'identità e occupiamoci dei riferimenti stilistici del nostro misterioso artista, anche perchè, a seguito di una recente ristampa è possibile, finalmente, apprezzare la sua opera omnia, intitolata "Sistema Solare" e venduta in un elegante cofanetto con uno splendido poster 3D in omaggio.

Il debutto, "Mercurio", mostra influenze chiaramente death metal, riconoscibili dalla presenza di esplosioni magmatiche, immani masse di terra in movimento e ritmi tellurici di grande potenza. All'iniziale influenza di Bathory e Burzum si affianca, nel successivo "Venere", un certo riferimento alla dark wave più eterea. L'atmosfera irrespirabile e l'ambiente nebbioso e spettrale ne sono la prova evidente.

Trascurando opere di transizione come "Marte", "Urano" e "Nettuno", possiamo apprezzare il progressive sperimentale dei due full-length "Giove" e "Saturno", specie nell'originale suite in stile Van Der Graaf Generator dedicata agli anelli. Sottovalutato ma emozionante anche "Plutone", tenebroso masterpiece apocalyptic folk di chiara derivazione Death in June, ben poco apprezzato dal grande pubblico.

Ma torniamo, è il caso di dirlo, sulla Terra. Qui, per la prima volta, l'autore si confronta con il mainstream, preparando ambienti molto più adatti all'ascoltatore medio. I paesaggi sono più piacevoli, l'atmosfera respirabile e meno opprimente. Grazie a questo chiaro compromesso con lo show-business, "Pianeta Terra" diventa immediatamente un bestseller, creando per la prima volta una diffusa curiosità verso l'anonimo Creatore.

Nonostante l'immensa notorietà,  all'occhio del recensore esperto "Il Mondo" è pieno di difetti.
Prima di tutto è schiacciato ai poli, e già non è poco, soprattutto considerato che l'autore si sente chiaramente un Dio. Inoltre, a differenza di concept compatti e coerenti come "The Wall" o "Tommy", realizzate del resto da autori ben più talentuosi, qui si nota una certa confusione, con frequenti errori di esecuzione e alcune autentiche cazzate (tali si possono ritenere alcune creazioni assai discutibili come l'ornitorinco, il facocero e Max Pezzali).
Insomma, si poteva fare di meglio, specie considerando che la fruizione di quest'opera dura tutta la vita.

Per concludere, è d'obbligo citare una valutazione del più grande recensore del Multiverso, tale Scaruffi, che nel dare un secco 4/10 all'opera, conclude con una frase lapidaria che non possiamo che condividere: "Carino, ma era meglio il demo".

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