Ovvero, "Chi ha paura dell'arte del rumore?"
E' un album stravagante e meraviglioso. Ed è anche l'esordio di Anne Dudley, J.J. Jeczalik e Gary Langan, meglio noti come Art of Noise. Più di un anno c'è voluto (dal 28 febbraio 1983 all'1 aprile 1984) per creare nove tracce di rara bellezza.
Si parte con "A Time To Fear", pezzo suggestivo condito da un ritmo trascinante; si prosegue con "Beatbox", traccia irresistibile che mescola cori, chitarre, voci acute e basse in un vortice sonoro tutto da ballare. "Snapshot" è un interludio melodico di un minuto, a cui seguono "Close (To The Edit)" (che verrà in parte campionata dai Prodigy nel brano "Firestarter") e la title-track. Fino a questo punto, il disco mantiene un tono tanto scatenato quanto sublime, ricco di interessanti esperimenti sonori.
Poi, finalmente, arriva lei, "Moments In Love", che vale il disco. Vi assicuro che ascoltarla equivale a un viaggio senza ritorno, dove scoprirete cosa vuol dire essere smarriti: 10 minuti di musica mistica e rilassante, quasi religiosa.
"Memento", "How to Kill" e "Realisation", invece, sono ottime tracce sperimentali, capaci di inquietare e coinvolgere come il resto dell'album.
Affascinante, complesso, notevole, tutto sommato moderno. Assolutamente da recuperare.
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