Parte la riconoscibilissima voce del Liga. Seguono tutti.

Una frasetta, a volte mezzo verso, a testa. Per starci tutti.

Per l'Abruzzo e contro le brutture del mondo.

Finale con un crescendo rossiniano e insopportabile di vocalizzi, barocchismi, gorgheggi. Insopportabile anche avendo ingurgitato appena prima un travelgum. Unico momento involontariamente ilare -ma irresistibile- l'urlo d'Albano nel deserto.

Ma il discorso va per forza tenuto su due piani. Il piano della "buona azione" e quello "musicale.".

Giorgio Gaber disse una volta che dove c'è il volontariato vuol dire che lo Stato ha fallito. O quantomeno che non sta facendo il proprio dovere.

Altri -i più- dicono che comunque il volontariato male non può fare. Anzi.

Indubbiamente, vedere il nostro piccolo presidente che, munito di lacrima e dolcevita, va a singhiozzare sulle macerie dopo aver fatto e prorogato (anche soli due mesi prima) la deroga alle costruzioni obbligatorie antisismiche (nel "milleproproghe" di febbraio) lascia perplessi. E vedere che i fondi vengono dilazionati in 33 anni, nel primo dei quali i proventi dovrebbero arrivare in gran parte dall'aumento delle lotterie... beh... questo fa schifo.

E non basta una canzoncina, peraltro brutta, a rasserenarci.

Ma veniamo al "brutta": questo vecchio brano del buon Pagani non brilla certo per utilità o originalità. È una cosina che "ci sta", nulla più.

La costruzione musicale del pezzo, e soprattutto dell'interpretazione dello stesso, lascia esterefatti: il dividersi parte di versi in questo modo è zoppicante, fastidioso, fortemente "antimusicale". O, meglio, lo sarebbe in tempi normali (non questi, evidentemente...).

Voci grandiose della nostra storia (Battiato, Finardi, Vecchioni, e pochi altri) si mescolano con un esercito di comparse inutili e passeggere, in un monumento all'italico "volemosebene" che, ormai, pare essere il vero principale vizio/sport nazionale.

Non so chi ha detto no (Conte, Fossati, Vasco, e pochi altri) perché l'ha fatto.

Mi piacerebbe l'avesse fatto con la consapevolezza dell'inutilità dell'operazione, dell'involontaria ipocrisia della stessa, e per non regalare al popolo italiano, che proprio non ne avrebbe bisogno, l'ennesima arma di distrazione di massa.

I nostri problemi sono altri e sono grandissimi, e nessuno dovrebbe togliere dal tegame le altrui patatone bollenti, soprattutto per mezzo di un'indigeribile cantata collettiva.

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