Nato dalla fervida immaginazione di Robert Howard, Kull ha avuto la sfortuna di avere un parente fin troppo illustre, ovvero Conan il Barbaro. Se le avventure del Cimmero sono note ai più, anche grazie allo storico lungometraggio di inizio anni Ottanta, il personaggio di Kull di Valusia invece non ha mai riscosso troppa fortuna, sia quando Howard era ancora in vita che dopo la morte.

Spesso sminuito al rango di puro abbozzo del ben più celebrato Conan, Kull risulta invece essere un personaggio con una forte personalità, che si muove in un'epoca, quella Thuriana, diversa da quella di Conan, e in un contesto ben preciso e definito. Esule di Atlantide, Kull riesce a salire al trono di Valusia, regno tanto splendido quanto ricco di insidie, con cospiratori dietro ogni angolo. Lo stesso Howard, effettivamente, dedicò poco tempo alle vicende di Kull, pubblicando in vita solo tre racconti brevi, con una restante decina che sarebbe stata pubblicata solo anni dopo il suo suicidio. Per rendersi conto, comunque, dello stretto legame tra Kull e Conan, basta pensare che l'esordio del Cimmero, "La Fenice sulla Spada", non era altro che il rifacimento di un vecchio racconto di Kull originariamente scartato, "Quest'ascia è il mio Scettro". Un antesignano, quindi, non una sbiadita copia, che ha sicuramente avuto il pregio di abbozzare, quantomeno, quell'universo letterario in cui Howard si sarebbe mosso con destrezza una volta definito il personaggio di Conan il Barbaro. Nonostate la scarsa fortuna, è comunque innegabile il fascino emanato dal ciclo di Kull, da alcuni ritenuto addirittura superiore a quello di Conan proprio grazie allo scarso numero di racconti prodotti, fattore che quindi eviterebbe una certa ripetitività che in alcuni frangenti caratterizzerebbe il ciclo di Conan. Tanto il Cimmero si sarebbe ritrovato ad agire in un mondo decadente e selvaggio, tanto Kull sarebbe stato invece protagonista di una società elegante e raffinata, con le convenzioni di corte sempre lì a stridere con le sue origini barbare. Questo tema, ovvero quello del rapporto tra civilizzazione e barbarie, con l'ultima descritta come la più reale e sincera condizione dell'Uomo mentre la prima non sarebbe altro che il manifestarsi di un processo di indebolimento e decadenza, sarebbe stato un tema presente in diversi lavori di Howard, che si trattasse del ciclo di Conan o di quello di Kull.

L'esordio di Kull di Valusia avvenne con il racconto breve "Il Regno Fantasma", in alcuni casi reso anche come "Il Regno Ombra", sulla rivista "Weird Tales" sul finire degli anni Venti. Presentando già tutti quegli elementi che avrebbero caratterizzato la scrittura howardiana, ovvero brevi storie autoconclusive dotate di uno stile asciutto e avvincente, avrebbe a tutti gli effetti aperto la stagione del cosiddetto "Sword and Sorcery", un filone del fantasy in cui il protagonista si ritrova ad affrontare sia nemici in carne ed ossa che minacce legate al mondo del soprannaturale. Se da una parte la bella raccolta pubblicata ormai vent'anni fa dalle Edizioni Nord è da tempo fuori catalogo, potrebbe essere interessante avvicinarsi al personaggio di Kull partendo dai fumetti che gli sono stati recentemente dedicati, come, ad esempio, quelli editi in Italia da Panini Comics. Ispirato al racconto che diede il via al ciclo, "Il Regno Fantasma" ripercorre in maniera piuttosto fedele il lavoro originale, riuscendo a ricreare in maniera molto efficace quelle atmosfere di cui solo Howard era capace. Da poco arrivato sul trono di Valusia, il barbaro, esule di Atlantide, si ritrova a dover affrontare nemici interni ed esterni, nel tentativo di dare un minimo di stabilità al proprio regno e riportarlo agli antichi fasti. Tra cospirazioni di palazzo e sette con le quali fare i conti, il personaggio di Howard alla fine riuscirà comunque ad avere la meglio, non solo grazie alla forza muscolare ma anche grazie all'astuzia e alla furbizia, elemento che in parte lo distingue da Conan il Barbaro, personaggio di sicuro non stupido ma di certo meno riflessivo e sofisticato.

Interessante, inoltre, notare come tutta una serie di elementi del ciclo di Kull sarebbe poi stata ripresa ed inserita in lavori collegati a quello di Conan, come il personaggio di Thulsa Doom e il Culto del Serpente, riproposti nel film di John Milius del 1982 e nella serie animata dedicata al Cimmero di inizio anni Novanta, segno evidente che quel breve ciclo di racconti presentava più di uno spunto interessante. Il lavoro svolto da Arvid Nelson, e dall'ottima traduzione di Luigi Mutti, rende giustizia allo stile di Howard, mentre l'aspetto grafico, a cura di Will Conrad e José Villarrubia, riesce a trasformare in bellissime tavole quella narrazione magniloquente e particolareggiata tipica del papà di Kull e Conan. Casomai ce lo si stesse chiedendo, naturalmente l'intero albo è a colori, a differenza di alcune serie a fumetti di Conan di metà anni Settanta, e i 12 euro del prezzo di copertina risultano davvero ben spesi. La serie di Panini Comics, inaugurata con questo numero, sta proseguendo con altri albi, e sarebbe un peccato non recuperarli: potrebbe essere un'ottima occasione per riscoprire un personaggio tanto affascinante della letteratura fantasy quanto misconosciuto e chissà che a qualcuno non venga poi la voglia di andarsi a leggere i racconti originali. 

Carico i commenti...  con calma