IL PASSATO

Di Asghar Farhadi (2013 - 130 min)

Asghar Farhadi, regista iraniano, sale alla ribalta con il suo ormai celebre Una separazione (2011) oscar per il miglior film straniero.

Due anni dopo gira "Il passato".

Il cinema di Farhadi è il cinema del realismo, della quotidianità. Un cinema multi-etnico con, e vorrei vedere, un occhio di riguardo verso la propria cultura, iraniana, a noi occidentali sconosciuta.

Il passato racconta il ritorno a Parigi, dopo 4 anni, di Ahmad, iraniano, per firmare il divorzio con Marie, francese.

Marie sta provando a ricostruirsi una vita sentimentale con Samir, magrebino.

Marie ha due figlie di 10 e 16 anni avute dal matrimonio precedente alla relazione con Ahmad.

Anche Samir ha un figlio di 8 anni. Anche Samir è sposato ma sua moglie sta male, sta molto male: è in coma…

Torna Ahmad, dunque, ed il passato – irrisolto – riaffiora lentamente e si mescola con le vicende di Marie e Samir.

Il film, benchè lento, con inquadrature perlopiù fisse è davvero molto bello.

Man mano che procede, la storia si arricchisce di dettagli, invero piuttosto tragici, che appunto generano un pathos di assoluto rilievo.

Potrei trovare delle analogie con le tragedie filmiche di un Almodovar ma il manico è completamente differente.

Farhadi snoda la sua vicenda con un garbo, una misura, un realismo davvero non comuni.

Il suo è un cinema morbido, raffinato, elegante eppure sommesso, sottovoce.

La stessa vicenda, che ha risvolti tragici di portata enorme, si sarebbe potuta raccontare (cosa che siamo abituati a vedere su film simili) pigiando l’acceleratore sullo strazio, sulle scene-madri di urla – pianti – lacrime – dolore in un crescendo (perché il film monta e cresce nella tragedia in modo costante e ineluttabile) wagneriano. Farhadi invece non si scompone ma procede con l’ausilio dei suoi attori e dei dialoghi (è un flim soprattutto di dialoghi e recitazione) senza cedimenti, senza tornare mai indietro e scopre inesorabilmente le carte e per carte scoperte intendo la messa a fuoco della VERITA’.

Per verità intendo quel DIRSI TUTTO che vuol dire ANCHE fare i conti col passato e cercare quindi di ricostruire il PRESENTE perché solo così sarà possibile avere un FUTURO. Sì ma… a che prezzo?

Lo scoprirete solo vedendo il film.

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