Abbandonate qualsiasi riferimento, paragone o possibilità d'omaggio nei confronti del celeberrimo e stupendo poema di T.S. Eliot, evidente omonimo di quest'album, i quali potrebbero portare i più sprovveduti a pensare all'ennesimo prodotto gothic metal ispirato a famose e decadenti opere letterarie dei secoli scorsi.

Siamo infatti di fronte ad una raccolta di 9 canzoni (più immancabili "Intro" ed "Outro") di pregevole fattura, in pieno stile power metal. L'uscita di quest'album (2006) rappresenta un'ottima occasione di rilancio per l'etichetta degli Atargatis, la Massacre Records, che dopo un periodo di magra sembra essere tornata in auge con dei lavori tutt'altro che inconsistenti.
"Wasteland" è un disco che, sin dalla copertina e dalla traccia sinfonica che ci introduce all'ascolto ("Desert"), chiama alla mente immagini esotiche, di deserti incontaminati, piccole oasi di pace, palazzi dai giardini pensili dove regnano antichi culti religiosi e mitologia. Dopo questo cinematografico preludio si comincia a spingere sull'acceleratore con la titletrack, caratterizzata da intrecci di chitarra e tastiera (strumento che nei refrain svolge una funzione di sottofondo), attacchi di doppia cassa e maestose melodie orientaleggianti costruite sull'ammaliante voce della brava Stephanie Luzie. Incantevole la parentesi a metà canzone dove dei bei riff di chitarra e la voce quasi recitata della cantante lasciano spazio ad un assolo a cui si aggiunge una bella melodia di violino.

Parte subito in quarta "Selina (Widow of the moon)", con vocalizzi operistici che cedono il timone ad aggressive vocals maschili per poi condurre la canzone verso lidi sempre a cavallo tra maestosità sinfonica, cavalcate power e cambi di tempo di matrice progressive (come nella parte centrale). Leggermente sottotono è "The crystallic ascension", aperta da un giro di basso al quale si sovrappongono poche note di pianoforte e scanditi ritmi di batteria. La traccia è dotata di un ritornello meno incisivo di quelli precedenti, nonostante il bellissimo violino di sottofondo. Ritroviamo poi la doppia cassa nel finale, sorretto dai fantastici vocalizzi di Stephanie, mentre nella successiva "Cradle of Fern" le chitarre irrompono prepotenti toccando territori speed e lasciando a volte spazio a passaggi atmosferici dove sono le tastiere a regnare, ricordando vagamente i Nightwish di "Century Child". Anche l'attacco della successiva "Through the mists of oblivion" presenta schemi che sembrano rubati alla band finnica (nonostante il costante sottofondo di violino); perfino la voce maschile con la sua aggressività quasi forzata è poco dissimile da quella di Marco Hietala. Ciononostante l'intreccio tra le due voci è veramente emozionante. È da notare inoltre come la frontwoman non perda mai un colpo, dimostrando di essere il vero marchio di fabbrica del sound degli Atargatis e permettendo agli ascoltatori di distinguerli da altri gruppi meno ispirati e visibilmente imbranati nel mascherare le proprie influenze.

"My solace" è introdotta da una bellissima e maestosa costruzione sinfonica sulla quale si erge la solita voce femminile ("4giving"), sempre ancorata a registri altissimi, che tuttavia non vengono mai inseriti per dare puro sfoggio di tecnica, ma sono di primaria importanza nella costruzione delle linee melodiche che faranno poi da guida alle varie tracce. Ed ecco che in "Circle of life" il soprano riesce perfino a far impallidire la Turunen, con un acuto iniziale che potrebbe rompere i vetri della vostra stanza, al quale succedono ritmi heavy metal abbastanza piacevoli grazie ad un ininterrotto sottofondo d'organo. "Angels crying" riprende gli schemi collaudati dai Leaves' Eyes, accantonando ritmi troppo serrati e giocando il tutto su una bella alternanza tra vocals maschili e femminili, mentre i samples atmosferici di "Eden" chiudono il cerchio.

Insomma, la sufficienza è un po' arrancata per quanto riguarda l'originalità, ma l'album in questione possiede parecchi passaggi più che coinvolgenti e la qualità del cantato balza subito all'orecchio. È pur vero che una rondine non fa primavera, ma per il genere in questione (il power metal sinfonico), ancorato da diversi anni a cliché di vario genere (dal fantasy all'epico, dalle leggende alla storia antica), "Wasteland" è una piacevole e gradita sorpresa.

Elenco tracce testi e video

01   Desert (Intro) (00:55)

02   Wasteland (05:30)

03   Selina (Widow of the Moon) (05:15)

04   The Crystallic Ascension (05:00)

05   Cradle of Fern (04:09)

06   Through the Mists of Oblivion (06:39)

07   4giving (01:14)

08   My Solace (05:19)

09   Circle of Life (05:23)

10   Angels Crying (05:13)

Love, regret, fear and hate
All these emotions never will fade
Hear, they are calling from the other side
And are wondering just who we are with eyes
So full of pride

Pain is to bleed as the worn flesh decays
Life torn apart, the end’s on its way

Never let this happen
Hear the angels crying

In darkest blood, throught despair left concealed
Suffer unfulfilled dreams out of wounds never healed

Force fed by chaos, erupting disease
Fragments of scattered realties

You have never thought about losing your soul

Forlorn souls echo throught visions surreal
Stifled hoarse cries with savlation’s last tear

And now you’ve found it out, you are lying on the ground
At one cold dark night, no stars glittering
Lost souls whimper with fright
And voices are singing

In the ashes of a tortured world, they cease to be
Emerging from the ashes in a fatal sympathy
And for the last time hear them scream in
Neverending pain, the mightiest wings even
Cannot escape hell’s wrathful flame

Fed by human arrogance, no regard to nature
They truted in manmade hate
Angels crying, angels crying, my angel’s crying
When angels crying, the taunting demons arise

Now their loud cries echo throught the night
While they beg for remission by the spherical might
No one will forgive this hate bred misery
And the angels are still crying, their eyes are full of tears

11   Eden (Outro) (01:23)

Carico i commenti...  con calma