Com'era assolutamente prevedibile, abbiamo assistito all'affermarsi rapidissimo delle recensioni dei tre univeralmente meglio riusciti GDR per la pleiuno: FFVII; FFVIII; Xenogears.
La forza della Squaresoft è sempre stata (e purtroppo, visti i risultati, sembra aver esagerato) quella di riuscire a piazzare i propri titoli a livello intercontinentale facendone sempre oggetti di culto da parte di ragazzi e non più di tutto il mondo.
Eppure, nella Terra del Sol Levante, le mazzate la Quadrosoffice le ha prese. Ma è anche ovvio: è impossibile in un paese come il Giappone monopolizzare un mercato che impone creatività costante a chi ci si butta a capofitto. Creatività che è venuta a mancare ben presto alla moderna Squarenix.
La Atlus in Europa non se la caga nessuno, anche alla luce del fatto che pare che dalle loro parti l'inglese è la massima aspirazione a cui possa ambire un traduttore. No, la verità è che il colosso narrativo Shin Megami Tensei è di una portata così amplia e sconvolgente (per l'Occidente), che sarebbe stato impossibile nei pur prolificissimi anni '90 commercializzare con successo questa linea di videogiochi, trscinata di botto tanto in auge in America grazie allo spinoff Persona 3.
Questo Shin Megami Tensei III: Lucifer's Call (e non Nocturne!, che ne è la versione USA) è il primo serializzato con successo in Europa; ed è diventato nel tempo un gioiello da custodire con sacrale rispetto, e assolutamente da completare al 100%, da parte di maniaci obesi di tutto il mondo (angolofono, francofono e...cruccofono). In Italia per averlo completato con successo bisogna essere, non dico esageratamente obesi, ma di certo esageratamente maniaci. Io non l'ho fatto.
Al di la delle battutine sui traduttori indolenti (o meglio, inesistenti; hey, sto comunque parlando dell'edizione EU con francese e tedesco, wow!), il videogiocatore medio, dopo un breve confronto col pesantissimo testo (dopo una rapida occhiata si può certificare come un inglese del dodicesimo o tredicesimo secolo...) del filmatuccio iniziale sarà già andato a protestare col venditore obeso e maniaco che lo aveva consigliato annuendo col grosso testone.
Ci troviamo di fronte ad un progetto lento, frustrante, cinico, mastodontico, nervoso, sconvolgente, che vi costringerà a fare milioni di cose, miliardi di battaglie e triliardi di pigiate sul joystick. Però da provare quanto meno, sul serio. Se avete fegato.
La trama è, come l'atmosfera in generale, cupa ed angosciante. Sei un giapponese sfigato che viene chiamato dalla prof (?) in un ospedale (?) senza saperne il motivo. Arrivati li, ci sono un paio (giusto un paio) di facce amiche e nessun'altro. Mentre ti chiedi dove siano tutti finisci per dover esplorare un po' l'ospdale; fino a renderti conto che nelle stanze di sotto c'è un demonio (!?); che la tua prof è una satanista (!? Beh, volendo semplificare) e che oggi è casualmente il giorno dell'Apocalisse (!!!, in un certo senso).
Da buon sfigato devi sorbirti i soliti discorsi esistenzialistici-religiosi per poi scprire che sei sopravvissuto (sticazzi) perché un mefistotetotelico vecchio (che è anche un bambino!) ti ha impiantato un parassita simbionte demoniaco e sei adesso, con pieno successo, un mezzo-demone. Dopo la classica grattata di palle, capisci subito che qualcosa non va: non solo devi uscire dall'ospedale, cosa che non sembra riuscire in modo altrettanto semplice come l'entrata al tempo, ma noti che ad ogni tuo angolo svoltato ci aono demoni e fantasmi pronti ad assaltarti, se non stuprarti (scherzo). Ben presto capirai che solo una cosa può salvarti: i tuoi sudati risparmi! Attraverso essi potrai corrompere un po' dei mostriciattoli in giro ed assoldarli come guardie del corpo. Dopo la fatidica uscita dall'ospedale, hai le idee chiare su cosa è successo: tutti sono morti, alcuni sono fantasmi; Tokio è diventata una dimensione alternativa tutta sabbia e laghi di sangue, in cui le ultime attività sociali sono in mano a demoni dalle bizzarre fatture e dai chiari intenti mafiosi (!). E mentri ti rendi conti di questo, salta (letteralmente) fuori Dante di Devil May Cry (si, certo.), il quale che sembra anche essere intenzionato a fare fuori più demoni possibile. E tu in effetti, più o meno come lui, sei un mezzo-demone. Dopo l'ennesima grattata di palle decidi che fare il mafioso non è poi tanto male ed inizi a girovagare per il Tokio-mondo alla ricerca di facce conosciute. E di li cazzi e mazzi senza esclusione di boss etc etc. Finché non ricevi la tanto attesa chiamata di Lucifero (e chi sarà mai?) che ti dice che c'è una competizione sacra tra demoni e tu devi aaaaaaassolutamente partecipare etc. etc. E così facendo si sbloccano ulteriori labirintici labirinti di Amala che più intricati e trappolosi non si può.
Il combattimento tende a sfavoreggiare il giocatore: se il protagonista muore, fine del gioco, e vi assicuro che il protagonista è il primo su chui puntano i nemici. Il sistema è a turni, e sfrutta le debolezze degli avversari per guadagnare ulteriori turni. I boss sono il massimo della perversione, perché oltre ad essere dei lamer pazzeschi, come è ovvio, non hanno quasi mai debolezze; pertanto loro continueranno a mettere KO i vostri amati compagni mentre voi vi sfincherete a riportarli in vita con items comprati ad un occhio della testa coi vostri ri-sudatissimi risparmi.
Il fatto di poterrsi creare una propria squadra intercambiabile di demoni (manco fosser Pokemon...) di sicuro aiuta a sperimentare a fondo il combattimento nel gioco; altresì è difficile personalizzare appieno il proprio compagno; visto che spesso sarete costretti a sacrificare gli altri demoni per "fonderli" in esseri più potenti.
La mancanza di una vera interazione con personaggi che non facciano i mafiosi, non si sentano oppressi, non vi parlino della loro vita passata, di politica o non parlino di argomenti teologo-filosofici è forse il grande punto debole del gioco: già di per se la vita alla Tokio Hellcity è dura, ma qui più andate avanti nel gioco, più vi stanno a martellare i suddetti, e con gusto tutto loro.
È interessante invece notare come i demoni non siano altro che personaggi delle tradizioni religiose pagane, giudaico-cristiane ed orientali, come le fate, i cherubini o vari dragoni cinesi. Rispetto al predecessore (dove ricordo che si poteva scegliere se combattere JHWH o Satana come boss finale), questo SMG Terzo costruisce la coscienza del giocatore gradualmente: attravero il suo relazionarsi col mondo, coi demoni incontrati casualmente (non sempre, ma, ahimé, molto spesso, nemici) e con i famosi "bivi di gioco".
Dimenticatevi "L'happy ambient" alla Persona 3. La musica qui è inesistente; più che vere soundtrack si potranno udire dei college di rumori noise o decrepiti inni sacrali/blasfemi al passaggio nelle "zone rosse" del gioco.
L'effetto finale ricorda davvero da vicino l'ambientazione opprimente e claustrofobica di Silent Hill, e secondo me questo fatto, anche se azzanna il gameplay, è un pregio artistico di immane valore. Non pensavo esistesse qualcosa che eguagliasse il capolavoro Konami, e tuttora stento a credere ad altri videogiochi che possano pareggiare l'ambientazione di Shin Megami Tensei.
La Presenza di Dante in realtà non mi convinceva inizialmente, invece è un personaggio perfettamente integrato nel gioco (so sempre demoni 'sti qua).
La grafica è molto, ma molto "Playstation 2". Giusto così, d'altronde non ci aspettavamo niente di diverso. I colori sono molto pastosi e sfumati e si è preferito favorire i giochi di luce piuttosto che il motore fisico, onde garantire una carica espressiva ancora maggiore all'ambientazione a scapito del realismo dei movimenti (che spesso vengono quasi censurati dalla telecamera di battaglia).
Ora vi chiederete perché le cinque stelle.
Io credo che ci troviamo di fronte a qualcosa di troppo grosso e profondo per dare un voto inferiore; anche se per andare avanti nel gioco serve una fermezza ed una dedizione che di cui un un normale essere umano è totalmente privo. questo gioco è una sfida ed incarna appieno il concetto di "Inferno sulla Terra". Nel suo genere, è quasi unico, è rivoluzionario sotto diversi aspetti, e non si scopre sotto nessun punto in particolare. È un gioco duro per veri duri. Dovrete calibrare i vostri soldi, dovrete studiare l'avversario, dovete studiare i percorsi da seguire e gli mps da spendere. Un piccolo errore è fatale. Sul serio.
Ed io ho fatto la modalità difficoltà normale.
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