Thom Yorke, Flea, Nigel Godrich, Joey Waronker, Mauro Refosco. Questi cinque nomi dovrebbero già essere un invitante biglietto da visita. Ma è il contenuto a fare la differenza. Sono le canzoni a determinare se un album sia buono, ottimo, sufficiente, mediocre, pessimo. E vi assicuro che quest'album è tutto tranne che mediocre o pessimo.

L'idea di formare gli Atoms For Peace venne a Thom Yorke dopo che decise di suonare per intero, dal vivo, il suo album di debutto "The Eraser", avvalendosi dell'aiuto dei sopra citati musicisti e del leggendario produttore dei Radiohead, Nigel Godrich.

Il 25 Febbraio del 2013 gli Atoms For Peace pubblicano "Amok", il primo lavoro della band. Che sia chiaro da subito. Gli Atoms For Peace sono una monarchia, dove Thom Yorke è il re. I Radiohead sono una democrazia, concetto ben diverso. Questa differenza è stata più volte affermata dallo stesso Yorke in diverse interviste rilasciate. Quindi è logico aspettarsi qualcosa di completamente diverso dai Radiohead, un album che potrebbe essere definito il secondo lavoro da solista di Yorke.

Si parte con "Before Your Very Eyes", e si parte alla grande. Ritmo accattivante, travolgente, che si sposa perfettamente con la voce del cantante Britannico; e ancor meglio lavora il basso di Flea, che entra in scena al quarantesimo secondo. La qualità straordinaria di questo album, è quella di non avere neanche un brano che sia fuori posto o che sia semplicemente insufficiente. È necessario ascoltare "Stuck Together Pieces" per rendersi conto di trovarsi davanti ad un album eccellente. Di altissimo livello anche "Reverse Running", "Dropped" e la splendida "Judge, Jury and Executioner". La meno convincente "Unless", resta comunque un'ottima canzone. L'attacco di "Ingenue" infastidisce, ma il tutto si addolcisce fino ad arrivare alla voce di Yorke che riporta l'album al suo stato ottimale. "Default" svolge il suo eccellente lavoro grazie all'elettronica che permette a Yorke di prendere il comando della "macchina" Atoms For Peace e di raggiungere l'obiettivo da lui stesso predisposto: rendere non possibile la distinzione tra strumenti e voce.

L'album si conclude con la title-track, mettendo cosi fine al primo (o secondo) regime di Thom Yorke. La stessa parola "Amok", in psicologia, è una sindrome tipica delle regioni del Sud-est Asiatico, in cui la patologia si manifesta con un'esplosione improvvisa di violenza che rapidamente si intensifica  fino a sfociare nell'atto delittuoso. Gli Atoms For Peace sono affetti da questa sindrome e lo dimostrano in questo violento album, che senza dubbio colpisce. Ed io naturalmente, non vedo l'ora che il caro e buon Yorke torni a regnare.

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