Primo capitolo della cosiddetta "Trilogia della Vendetta", Mr. Vendetta di Park Chan-Wook è il più crudo e violento dei tre. La furia devastatrice dei personaggi si scatena dopo circa un terzo del film, che all'inizio si presenta come un normale dramma, in cui Ryu, ragazzo sordo-muto, cerca di trovare un modo per aiutare la sorella, che ha bisogno di un trapianto d'organi. Poichè l'ospedale ci mette troppo tempo a trovarne uno, decide di rivolgersi a dei trafficanti d'organi, che gli chiedono 10 milioni di won (la stessa cifra richiesta dall'ospedale) e un suo rene. Ryu accetta, cascando nella trappola dei malviventi, che spariscono dopo aver ottenuto ciò che volevano. Così, Ryu, che nel frattempo è stato licenziato dalla fabbrica in cui lavorava, e la sua fidanzata decidono di rapire Yu-Sun, la figlia di Park, l'ormai ex capo di Ryu, per farsi pagare un riscatto in modo tale da poter pagare l'ospedale, che è riuscito a trovare un donatore. A causa di un incidente, però, la bimba muore, scatenando la furia vendicativa del padre, che comincia a dare la caccia a Ryu, mentre quest'ultimo vuole vendicarsi dei trafficanti d'organi.
Da questo momento in poi, la trama si macchia di sangue più e più volte, colpendo lo spettatore con scene di una violenza che ha un duplice effetto sullo spettatore (o, almeno, su di me), che vuole vederne ancora ma, al tempo stesso, vuole che finisca a causa del forte impatto visivo. Da lodare sono la maestria e l'eleganza con cui Park Chan-Wook, con il suo direttore della fotografia,Kim Byeong-il, grazie ad un sapiente uso delle ottiche e alla saturazione dei colori regalano delle immagini formidabili (inteso anche nel senso del suo etimo latino), di rara bellezza: personalmente, trovo la scena prossima al finale, in cui Park si trova nelle acque di un fiume, con degli schizzi di sangue sul viso, di una bellezza commovente, la considero una delle inquadrature più belle del cinema degli anni duemila.
A differenza dei due capitoli successivi della trilogia (Oldboy, 2003; Lady Vendetta, 2005), in cui i protagonisti pensano per anni alla loro vendetta, serbando rancore per molto tempo prima di poter vedere la propria sete di sangue soddisfatta, in Mr. Vendetta, Ryu e Park agiscono immediatamente, generando un turbine di violenza spontanea e feroce: e credo che proprio per questo motivo, questo primo capitolo della trilogia sia il più violento e sanguinario. Le azioni dei due protagonisti sono soggette al puro istinto, dettate dall'attimo, mentre le vendette di Oh Dae-Su (Oldboy) e Lee Geum-ja (Lady Vendetta) sono più ragionate, frutto quindi di una pianificazione che limita, almeno in parte, la brutalità delle situazioni di cui si rendono protagonisti.
In questo film, ci vengono mostrate due tipi di vendette: quella puramente personale (Park che dà la caccia a Ryu) ed una che ha effetti anche sulla società (Ryu che vuole eliminare i trafficanti d'organi, liberando così la città da una piaga pericolosa). Nel corso del film ho percepito un argomento molto importante come protagonista della trama: quale dei due tipi è il più "lecito"? ATTENZIONE! PER POTER ANALIZZARE QUESTO ASPETTO, DOVRO' FARE SPOILER: SE NON AVETE ANCORA VISTO IL FILM, NON CONTINUATE NELLA LETTURA DI QUESTO PARAGRAFO. I due personaggi, si muovono in una realtà ritratta come la culla di ogni male, in cui ogni cosa è corrotta e decadente: la società che Park Chan-Wook ci presenta vive nel più nero nichilismo possibile. Il bene e il male perdono ogni senso, diventando non più due facce della medesima medaglia ma un'immagine riflessa nello specchio: non vi è più differenza tra di loro. Di conseguenza, la vendetta che porterebbe ad un bene per la comunità (quella di Ryu) soccombe sotto gli attacchi dell'egoismo della vendetta di Park, che uccide il ragazzo sordo-muto: "So che sei un bravo ragazzo, ma devo ucciderti, lo capisci?". Con queste parole, Park porta a termine la sua vendetta. E nell'ultima scena, verrà ucciso dagli amici della fidanzata di Ryu, che era stata uccisa da Park, nonostante lo avesse avvisato che se le avesse fatto del male, la cellula terroristica a cui apparteneva lo avrebbe eliminato. Un'ultima vendetta a coronamento di un circolo vizioso di sangue e dolore e nichilismo, in cui, come l'acqua va all'altra acqua, la violenza porta solo ad ulteriore violenza. Il pessimismo di Park Chan-Wook atterrisce, fa perdere ogni speranza nel genere umano: in un mondo in cui il male regna, non c'è più posto per il bene.
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