Storia essenziale della musica elettronica

 

 

 

XIII. Musiche per automi stanchi

 

 

Eravamo rimasti alla pratica. La techno ballabile di Detroit, la riscossa europea della disco dance, i rave party delle viscere della Terra. Eravamo rimasti nei pressi del delirio giovanile, schivando le saette globulari dell'armata elettroacida del nuovo corso musicale dei '90: nel fiume lutulento che trasporta i tralicci legnosi dell'elettronica da ballo l'unica via di fuga è la stasi.

Per opera di due produttori inglesi, Steve Beckett e Robert Mitchell, nasce nel 1989 la Warp Records, etichetta musicale volta alla raccolta di iniziative di avanguardia elettronica della scena emergente. Il marchio di fabbrica è presto segnato dalla serie Artificial Intelligence, successione di dischi dei primi '90 in cui i nuovi artisti dell'elettronica sperimentale danno preziosi e originali contributi personali: lo stigma è il concepimento della musica elettronica per l'ascolto, sorta di riscoperta della lezione sperimentale di Stockhausen e Varese. Nella copertina del primo volume della serie ecco quindi un robot adagiato su una poltrona in ascolto della "techno intelligente", l'automa kraftwerkiano che pago della danza schematica riscopre il valore autoreferenziale della musica elettronica. Aphex Twin, Blackdog, Autechre, Speedy J, Alex Paterson sono alcuni degli autori che prendono parte al progetto: il loro contributo definisce una musica retta generalmente su tempi dispari, indulgente nei confronti dell'ambient e del drone, spesso falsamente danzereccia, di rado carica emotivamente. "Intelligent Dance Music" (IDM) è l'appellativo generico con cui è stata chiamata la produzione del genere, con l'intento di prendere nettamente le distanze dalla dance ballabile e crassa delle sale da ballo, un risultato mirato di uno studio sperimentale sulle nuove soluzioni per l'elettronica anni '90.

L'esempio mirabile della nuova "techno intelligente" è il monolito Tri Repetae del duo inglese degli Autechre, veri e propri pionieri dell'avanguardia elettronica dei '90 ed esecutori colti della nuova poetica Warp Records. Un vero e proprio trattato sull'elettronica per l'ascolto, una lunga sequenza di battiti, stridori e magmi roboanti in grado di stabilire il nuovo perimetro fisico della dance intelligente, limitato al solo diametro del cerchio in cui sono iscritte le suole dell'ascoltatore. L'indicazione è netta sin da "Dael", ove la scarica di ritmi dissonanti asseconda una ripetizione nervosa e minimale di una cellula melodica: il tessuto ritmico costringe l'elemento armonico per tutta la durata del pezzo, forgiando il concetto di non ballabilità. "Clipper" procede sulla stessa scia, con una sequenza di boati urticanti sorretti da una Babele di rumori metallici, concludendo il discorso logico intrapreso da "Dael". Il primo motivo di sorpresa sopraggiunge con "Leterel", quando un lento e monumentale riff modellato dai sintetizzatori soverchia per quasi tutta la durata del pezzo il consueto attrito ritmico autechriano: il contenuto è imponente, qua e là melodrammatico, quasi come se l'espressione minimal techno emotiva di Moby avesse incrociato le orbite del duo inglese e vi avesse imposto il suo incedere patetico. Dopo il solito arzigogolo tellurico di "Rotar", la lunga "Stud" innesca un'ambientazione trance à la Aphex Twin, un dilatato flusso sonoro in cui, in un nuovo scenario in cui i battiti caotici sono sostituiti da una liquida radiazione cosmica di fondo, la ripetizione labirintica della medesima accennata cellula musicale non dà adito ad alcuna interpretazione emotiva confermando gli stessi principi di "Dael" e "Clipper". Un nuovo sussulto sinfonico con "Eutow" e poi l'ultima scoscesa frazione del disco: "C-Pach" è un trionfo di dissonanze melodiche in una giungla di battiti atonali, mentre "Gnit" sembra non volere accennare ad una minima variazione concettuale in tutta la sua interezza. "Overand" esaspera il concetto di non ballabilità, svestendo "Stud" degli orpelli ritmici e riducendo la sua essenza ad una cornice ambientale à la Eno, ultimo episodio sordo e lascivo del disco. Il finale dettato dalla lunga, insistente sequenza di tastiere di "Rsdio" è un compendio significativo della poetica autechriana.

Per i feticisti del genere, la versione americana Tri Repetae++ comprende due lunghi EP di supporto all'opera: Garbage e Anvil Vapre, opere di pura sperimentazione parzialmente vicine al monoblocco di Tri Repetae. Garbage, dal mood più familiare, annovera la lunga e strutturata "Garbagemx36", le divagazioni tribali di "Piobmx19" e "Bronchusevenmx24" e la singolare sequenza ambient di "Vietrmx21", che riconduce a "Leterel" presentandosi in forma di acquerello eniano per musiche da film. Anvil Vapre, di qualche mese posteriore, sembra giù preludere ad un nuovo corso: in un'atmosfera di totale incertezza a cui cerca di sottrarsi solo parzialmente "Second Bad Vilbel", lo stridore atonale e caotico fa da padrone, quasi come se fosse stata implicitamente postulata una nuova teoria musicale completamente amelodica e fondata sulle dissonanze.

La Warp Records seguirà ancora i passi del duo inglese, confermando al contempo le sensazioni di richiamo di artisti del calibro di Aphex Twin, Plaid, Squarepusher. Dall'inizio degli anni '90 ad oggi la musica elettronica è cambiata: nel prurito puerile della sala da ballo qualcuno ha fatto finta di non accorgersene, ma nell'epoca del glitch e dell'undicesima dimensione l'uomo è un robot solo stramazzato su una poltrona.

 

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