Recensire un disco del genere potrebbe essere un dilemma. Innanzitutto, vedendo un po' le posizioni prese dagli ascoltatori, io posso distinguerli in due tipi, premettendo che si tratta principalmente di teenagers: da un lato tutti quelli che tra di loro amano il pop e il commerciale che inneggiano il disco, dall'altra i punk e i rockettari che non perdono occasione per attaccarlo, per dire che fa schifo e che la Lavigne non è altro che una puttanella (ah, dimentico i metallari... vabbè, loro probabilmente la ignorano del tutto...). Ebbene, tra le due campane non posso far altro che ricordare che il dovere del recensore è quello di valutare i dischi in maniera oggettiva. Ma questo benedetto "Let Go" è o non è un brutto o un bel disco? Innanzitutto mi preme ricordare che la "principessa del punk" in questione (come si fa chiamare) canta una musica che con il rock ed il punk ha davvero poco a che fare. Anzi, davvero nulla. Si tratta di pop, quindi, di quello tanto amato/odiato dai ragazzi di tutto il mondo.

Però non posso far a meno di ammettere che, per essere un disco puramente commerciale di una ragazza che canta pop, non è "malaccio". E soprattutto è meno scontato di quanto potremmo aspettarci da una cantante del genere. "Losing Grip" si fa ascoltare (abbastanza) piacevolmente, "Mobile" e "Naked" possono far tornare in mente persino la Morisette e "Unwanted" è ballata pop/rock che non esiterei a definire "carina". Questo, però, non basta per portare sopra la media un disco che non ha proprio niente di speciale. Insomma, lasciando perdere il fatto che la Lavigne si crede Sid Vicious (!) e che i suoi video sono ridicoli, ha sfornato un disco pop che si fa ascoltare senza problemi e non è comunque da buttare a livello artistico (a dimostrazione che non tutti i personaggi costruiti a tavolino, come lei appunto, siano destinati a incidere sempre e solo schifezze). Se però sperate di trovare l'anti-lolita promessa, cascate male: "Let Go" non è altro che un semplicissimo disco pop come tanti altri che, purtroppo, è destinato a perdersi nei meandri della sua mediocrità. Quello che mi preme ricordare, quindi, è che non vale la pena impuntarsi se la sua musica sia bella o brutta perchè chi ama questo genere può trovare gente che fa esattamente quello che fa lei ed è enormemente più brava. Morale della favola: mezza cagata, buona solo in alcuni punti che però sono troppo pochi per rendere il disco interessante ai pop-fan che desiderano staccarsi per una volta dagli stereotipi di MTV. Niente più di quello che un'Alanis Morisette o una Lene Marlin saprebbero già fare (e anche meglio...).

 P.S. Per i soliti utenti "esperti" di debaser questa recensione può apparire superflua e infatti lo è anche secondo me, ma mi sono sentito di scriverla per far aprire gli occhi a chi ancora vede la signorina Avril come un mito (si sono viste magliette sue anche ai concerti dei Dimmu Borgir, Dio mio!!!) senza capire che tutta quest'attenzione riferita alla sua persona è più inutile che altro, dato che si tratta di un personaggio destinato a scomparire molto presto, senza che arrivi un fantomatico "Under My Skin" a salvarla. Qundi non la combatto nè tantomeno la lodo: per me merita di sparire perchè formalmente inutile, e sono sicuro che succederà.

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