Adoro gettarmi a capofitto nei ricordi, riassaporare la mia adolescenza, dissotterrare dall'oblìo le emozioni di quel tempo.
A volte, basterebbe una fotografia, ma nulla meglio di una canzone ti permette di rievocare momenti passati; nulla, meglio di una canzone, ti permette di rivivere. Mi stendo sul letto con le cuffie nelle orecchie e, con lo sguardo verso il balcone, passo parte del pomeriggio a dipingere i miei ricordi nell'azzurro del cielo, scenario ideale per proiettarvi le mie emozioni. E' così bello il cielo visto dal mio letto, che sarebbe un peccato chiudere gli occhi.
Eppure, avevo la sensazione che una canzone avesse un senso soltanto in un determinato momento; riascoltarla oggi, sperando che possa suscitare nuove emozioni, in relazione al mio attuale stato d'animo, sarebbe come decontestualizzare un periodo della mia vita. Mi sbagliavo. E, con grande stupore, realizzavo che la mia nostalgica e, in questo caso involontaria, riscoperta del passato aveva soddisfatto anche la mia ansia di costante ricerca del nuovo. Non so come, da un paio di giorni, mi risuonava in testa un motivetto solare; ero un ragazzino, quel motivetto mi metteva di buon umore ma, per dieci anni, l'ho sempre ricordato come la canzoncina dello spot di un'acqua minerale. Perchè mi era tornata in mente? Canticchiavo ''You're Gorgeous'' sotto la doccia, la fischiettavo giù per le scale. Incuriosito, decido di informarmi su questo Baby Bird, del quale ricordavo a malapena l'esistenza. E scopro che, il cantautore britannico, ha intrapreso un iter artistico piuttosto singolare.
Mentre la maggior parte degli artisti, per esigenze di mercato o meramente artistiche, si cimentano in lavori solisti al termine, o nel corso stesso della loro esperienza in un gruppo, Baby Bird (alias Stephen Jones) ha seguito esattamente il percorso inverso. Dopo aver accumulato, in anni di registrazioni rigorosamente casalinghe, una quantità di materiale tale da permettergli di produrre ben tre album nello stesso anno, nel 1996 Jones dava alla luce, con l'apporto di una vera band, quello che per me ha rappresentato un'autentica folgorazione: ''Ugly Beautiful'', un magnifico esempio di eclettismo musicale che raccoglie alcune chicche delle sue vecchie produzioni (nel frattempo diventate pezzi da collezione) e materiale inedito. Non avrei mai immaginato di rimanere così colpito da un album che avevo deciso di ascoltare, soltanto per appagare la mia curiosità. Ero frastornato, piacevolmente confuso; avevo la consapevolezza di avere tra le mani un gran bel disco, ma non riuscivo a trovare parole che lo descrivessero adeguatamente.
A dispetto di uno pseudonimo profetico, Jones non è esattamente un usignolo, ma vanta una profondità vocale che gli permetterebbe di spaziare da un cantato quasi "crooneristico" a quello di un urlatore come il Bono dei primi tempi, riuscendo ad offrire delle interpretazioni convincenti in ogni brano, e amalgamando tutte le sue influenze in maniera decisamente congeniale, conferendo loro quel tocco di ''personalità'', tipico di ogni artista carismatico e poliedrico. Emblematica, a tal proposito, è la smithsiana, dolceamara ''Goodnight''. E se l'accattivante ''You're Gorgeous'', da considerarsi come parte di una trilogia che comprenderebbe ''Candy Girl'' e ''July'' (che ripropongono lo stesso tema musicale, con qualche variante), non è certamente l'episodio più ''romantico'' dell'album, non mancano ballate intense e struggenti come ''Dead Bird Sings'', ''Baby Bird'', e soprattutto ''Bad Shave'', crepuscolare serenata folk impreziosita da un delizioso mandolino. ''Cornershop'', apice melodico del disco, e la lunghissima, delirante ''King Bing'', retta su di un groove ossessivo e sull'istrionismo vocale di un Jones indemoniato, sono esempi di come due canzoni agli antipodi riescano ad entrarti in testa in rapida successione, e con effetti diversi. Questa formula sembra piacere a Jones che, nelle sperimentazioni vagamente trip hop di ''Jesus Is My Girlfriend'', e nella allucinata ''Atomic Soda'', ripropone un registro ritmico insistente ed assillante, che raggiunge la perfezione nella riuscitissima ''Too Handsome To Be Homeless''.
La scoperta di questa perla dimenticata negli abissi è stata serendipitica, e lo scrigno dei ricordi si è rivelato quanto mai prezioso.
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