Salve a tutti, sono nuovo di debaser quindi questa è la mia prima recensione, recensione che scrivo con tutto il cuore dal momento che il disco del quale parlerò è uno di quelli che mi è rimasto veramente nel cuore.
Il 2002 vede la nascita di uno degli ultimi dischi dei grandi Bathory, sto parlando di "Nordland", disco dalla grandissima carica espressiva, suonato col cuore e scritto con l'anima; il buon vecchio Quorthon ci dona l'ennesimo capolavoro di viking metal, suonato e cantanto interamente da lui stesso... ciò potrebbe, per alcuni, rappresentare un grosso limite dal momento che un pò tutti sappiamo che Quorthon non sia mai stato nè un grande strumentista nè un grande cantante.
L'album si apre con "Prelude", pezzo quasi strumentale con dei lievi cori in sottofondo che ci introducono a quello che io considero il vero capolavoro dell'album: "Nordlan", canzone dalla notevole lunghezza, ben 9 minuti e 20 secondi, che per nostra fortuna scorrono via in maniera eccellente: le melodie di questa canzone, ma anche il ritmo (molto cadenzato a dire la verità) ve ne faranno immediatamente innamorare, ve lo assicuro! Si continua con una coppia di canzoni che forse potrebbero essere definite i "punti" deboli dell' album, ossia "Vinterblot" e "Dragons Breath", le quali pur non essendo canzoni mediocri (specie per il viking di scarsa qualità che gira di questi tempi), risultano fin troppo simili tra loro facendo così perdere un pò di piacere nell'ascolto. Si passa così ad un altro pezzo forte dell'album: "Ring Of Gold", canzone interamente acustica che ci presenta un Quorthon in ottima forma e che ci sottolinea la teatralità del cantato, molto buona anche la parte chitarristica che rilassa le membra dell'ascoltatore. Si torna a pestare forte con "Foreverdark Woods" pezzo dal forte impatto uditivo che sfrutta molto la velocità della sezione batteristica al fine di rendere l'ascolto vario e da un certo punto di vista divertente! La settima traccia dell'album, "Broken Sword", si sviluppa in maniera molto simile a "Foreverdark Woods" anche se questa volta il risultato è addirittura migliore grazie all'intro acustica di oltre un minuto. I tappeti di doppia cassa questa volta risultano però un pò ripetitivi, ma forse non ve ne accorgerete neanche data la bellezza generale della song. A chiudere questo bellissimo album ci pensano "Great Hall Awaits A Fallen Brother" e "Mother Earth Father Thunder" che grazie ai loro bellissimi riff e ancora una volta ad atmosfere quasi allegre ben costruite ma soprattuto particolari, ci faranno ricordare (o almeno spero) quest'album per sempre.
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