Esistono persone capaci di creare, con molto poco, dei veri capolavori: questo è il caso di Quorthon, che nella sua lunga carriera scrisse alcuni tra i migliori dischi di viking/epic, ma sicuramente con questo "Twilight Of The Gods" raggiunse il punto più alto del viking in generale, si...ne sono fermamente convinto, per due motivi fondamentalmente:

1) "Twilight Of The Gods" contiene alcune delle canzoni più belle del viking epico
2) "Twilight Of The Gods" contiene le più belle canzoni dei Bathory

Siamo nel 1991, ed i Bathory sono in circolazione già da un pò di anni, è risaputo che il gruppo non è sicuramente formato da geni musicali (tecnicamente parlando), ma ciò che più dà da pensare ai fan del gruppo è: "Quale strada deciderà di prendere Quorthon? Si tornerà al black cacofonico dei primi album?? Si continuerà il discorso di Death Blood And Fire?"... bhè la risposta è semplice, quel geniaccio di Quorthon fa quello che meglio gli viene... fregarsene di tutto e tutti e compone ciò che si sente... ed indovinate??? Nasce un vero capolavoro formato da 7 perle di viking, perle che rispondono al nome di "Twilight Of The Gods", una suite maestosa di 14 emozionantissimi minuti: la canzone di apre con una lunghissima introduzione suonata tutta in sordina, alla quale si uniscono poi, in un fantastico intreccio melodico, chitarre elettriche ed acustiche, che tessono una melodia pesante e cupa  accompagnata da un testo splendido. La teatralità della voce del cantante e i grandiosi cori che fanno da sfondo rendono la canzone veramente squisita e per nulla pesante da ascoltare. Si passa così a "Through Blood By Thunder", canzone che getta le basi alla stragrande post-produzione bathoriana, che comincia con un arpeggio inziale abbastanza calmo, al quale si attacca poi una base molto cadenzata basata su una ritmica quadrata e possente che viene accompagnata da un cantato particolarmente poco aggraziato che rende il tutto molto particolare. Dopo questa perla passiamo a "Blood And Iron", grande classico della produzione del gruppo, che si apre con uno stupendo arpeggio di chitarra acustica molto triste, che si trasforma poi in una canzone più complessa rispetto alla precedente: le chitarre si fanno più aggressive e i tempi di batteria risultano essere molto più vari e complessi. La monotonalità della voce di Quorthon è questa volta un pò il punto debole della canzone, che viene leggermente imbruttita. Il livello generale della song è comunque eccellente. 10 minuti di pura epicità. "Under The Rune" ci mostra invece un vocalist in grande forma, che ci offre una prestazione veramente ottima andando a costruire delle linee vocali eccellenti, accompagnate da cori fantasticamente epici. La base melodica è semplice, quasi elementare, ma non per questo brutta anzi... la melodia portante risulta essere una delle migliori dell' album, dove musicalità leggere ed aggressività sono perfettamente dosate. "To Enter Your Mountain" è la song che invece meno mi ha attirato, non perchè brutta (anzi, paragonata al viking moderno è qualcosa di innarrivabile), ma perchè complice una base che si rifà troppo a quella di "Twilight Of The Gods" ed un cantantato veramente pessimo risulta essere oscurata da cotanta bellezza(mi duole dirlo). "Bond Of Blood" riprende il percorso intrapreso con la precedente canzone, rispetto alla quale risulta essere però molto più ricca di spunti ed accompagnata da un cantantato migliore; bellissime le linee di chitarra elettrica che fanno da padrone in tutta la durata della canzone. L'ultima "Hammerheart" è una delle più belle canzoni che io abbia mai sentito: nulla di particolare dal punto di vista tecnico/strumentale, sia chiaro, ma la carica emotiva che sprigiona questo coro vichingo è qualche cosa di mai sentito prima d'ora; la teatralità e l'emozionalità che sprigiona la voce di Quorthon in questo pezzo è qualcosa di unico e fantastico. Ottima la melodia portante, assolutamente priva di chitarre e tutti gli strumenti classici quali basso e batteria (quest'ultimo compare solo con i piatti nel sognante ritornello).

In definitiva questo è sicuramente uno dei più bei dischi che io abbia mai ascoltato, ed è sicuramente il miglior prodotto di viking mai concepito; la produzione del disco, abbastanza sporca, rende il tutto più fantastico e gradevole.

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