“Che cazzo fai? Ma che cazzo fai?”
Con queste parole, urlate in coro dallo spogliatoio e trasmesse in diretta sui megaschermi del palco, è cominciato il più bel concerto di sempre.

Li ho cercati per anni, li aspettavo, li volevo, ma quando venivano ero sempre nella città sbagliata il giorno sbagliato. Ma adesso è tutto “Right Right Now Now”.
Lo spettacolo comincia con l’ingresso sul palco del miglior DJ del mondo, Mix Master Mike, che da alcuni anni accompagna i BBoys il quale sale sulla sua postazione e comincia a fare magie con two_turntables_and_a_mixer. Poi arrivano loro, Mike Diamond (Mike D), Adam Yauch (MCA) e Adam Horowitz (Ad Rock) in tuta da ginnastica seventies personalizzata (LA VOGLIO!) e attaccano con “Root Down” e “Sure Shot” dell’insuperabile “Ill Communication”. Si susseguono brani travolgenti di quella che possiamo definire una sezione funky-rap dello show.

Tutto è ben confezionato e studiato, gli schermi proiettano immagini rielaborate di quello che succede sul palco, poi spezzoni di filmati tipo “American Funniest Homevideos” e, nelle pause, alcune registrazioni fatte prima dello show al Forum di Assago. Quando finisce “Shake Your Rump” Mix Master Mike va in delirio di onnipotenza e scatena tutto il suo repertorio. È incredibile quello che riesce a fare con due sole mani. La sua postazione però lentamente arretra e, come per magia, da dietro appare una piattaforma su ruote che porta verso il fronte del palco un’orchestrina tipo Love Boat che suona dei pezzi un po’ retrò, circondata da luminarie quasi natalizie. Tutti in uniforme da serata liscio, i Beasties ci conducono in un sezione dello show più rilassata, orchestrale e strumentale (indimenticabili “Sabrosa” e “Ricky’s Theme”) che si chiuderà con “Something’s Got To Give”.

Ancora in estasi, vedo che il palco torna all’assetto originario ed i boys tornano all’attacco con magliette rosse e scritte personalizzate (“Mr. Bucatini", "Buona Forchetta" ed "...e andiamo” per i BB mentre per MMM “Fuochi d’artificio”!!!!!) e partono con “Open Letter To NYC”, forse uno dei pezzi migliori di “To the 5 Boroughs”. Poi comincia un incredibile crescendo che va da “Body Movin’” al capolavoro “Whatcha whatcha want”, preludio al gran finale che comincia da “Intergalactic”, cantato dalla mixer area verso la folla in delirio. Tornati sul palco i Beasties ri-imbracciano gli strumenti per la migliore conclusione possibile, “Gratitude” e, dulcis in fundo, “Sabotage”!

I Beastie Boys sono quella linea trasversale che unisce i più disparati generi musicali, dal Rap al Crossover, dal Funky al Blues, dal Punk all’R’N’B. A quasi 40 anni di età sembrano ancora dei ragazzini per l’entusiasmo e la voglia di divertirsi che hanno. Hanno saputo essere al di sopra di ogni moda o tendenza, in un mondo a parte, intriso di “newyorkesità”. Soho, Tribeca, Village sembrano lo sfondo ideale delle loro esibizioni. I loro dischi non dovrebbero stare in nessuno scaffale, né coi dischi Rap né con quelli Rock e Pop. Se proprio li dovete catalogare metteteli su una mensola con su scritto “Oh my God, there’s a funky shit”.

INTERGALATTICI

Playlist:
Le Brouhaha, Root Down, Sure Shot, Triple Trouble, Pass the Mic, The Skills to Pay the Bills, Super Disco, Breakin', 3 The Hard Way, Shake Your Rump, MMM, Sabrosa, Ricky's Theme, Lighten Up, Something's Got to Give, Open Letter to NYC, Body Movin', Right Now, All Life Styles, 3 MC's and 1 DJ, Slow & Low, Check it Out So, Whatcha Want, Intergalactic, Gratitude, Sabotage

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