Il cavaliere, la morte e il diavolo è il titolo scelto da Beppe Cino per il lungometraggio che scrive, dirige e produce traendo la linfa del romanzo Traumnovelle (di Arthur Schnitzler) e adattandola ai suoi scopi comunicativi.

Forse, a spingere il regista nella scelta del nome per il suo progetto, vi sono le affinità fra la trama del film e i dettagli dell'incisione a opera di Albrecht Dürer e risalente al 1513 (chiamata -appunto- Il cavaliere, la morte e il diavolo). All'interno dell'incisione viene raffigurata la morte che brandisce una clessidra; il soldato avanza nella sua armatura nonostante l'avvertimento.

L'ambientazione è moderna e urbana; ad apparire come primo elemento disturbante è il personaggio misterioso interpretato da Piero Vida, intento a molestare con la sua insistenza una ragazzina a passeggio con la madre. La sua presenza ridacchiante è una ricorrenza.

Come capro espiatorio, ecco la famiglia composta dall'azzeccato Paolo Bonacelli, Mirella D'Angelo e Lola Ledda. Il capo famiglia Nicholas, proprio come il Fridolin narrato in Doppio Sogno, attraversa una fase delicata coi suoi dubbi morali a metà tra realtà e incubo. In una scena lo troviamo in fuga e a subire le vessazioni da parte di una gang. Si tratta di un uomo confuso, ma confuso davvero; tra il corteggiamento della giovane Patty (l'attrice e cantante francese Jeanne Mas) allo smarrimento notturno che ce lo dipingono in maniera quasi fantozziana.

Rispetto alle altre trasposizioni del libro, e rispetto allo stesso, ad aprire e a chiudere le danze è la figlia della coppia, alle prese con il suo incubo e con un ruolo più luminoso. Le vicissitudini, sempre in bilico sull'immaginazione, sono l'essenza del film a scapito dei dialoghi interiori, ma la perplessità del protagonista e lo struggimento sono presenti.

Il cavaliere, la morte e il diavolo è l'opera mediante la quale Beppe Cino si prende maggiori libertà dal romanzo di Schnitzler. Verrebbe da pensare che quest'ultimo sia un pretesto per sbizzarrirsi col martirio psicologico che la famigliola sperimenta.

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