Il disco pop più raffinato di tutti i tempi venne scritto nel 1974 ma uscì solo nel 1978, è così che si concluse l'avventura dei Big Star di Alex Chilton, erano sempre stati solari e divertenti questi Big Star, ma in questo ultimo disco forse qualcosa era cambiata nella mente del giovane Chilton, se la scanzonata rilassatezza tipica dei Big Star non era completamente svanita, si nota un incunearsi di grigie nebbie ad avvolgere il sogno.
Il risultato lascia senza fiato, lo specchio è senza riflessi e senza fonti, l'acqua è chiara ma è come funestata da qualcosa di poco chiaro: gli occhi di Chilton si sono spalancati.
Tanti pezzi rimangono tuttavia solari: "Kizza Me", "Thank Fou Friends", "Jesus Christ", la cover di "Femme Fatale" dei Velvet Underground, le loro melodie cristalline, sono aneliti ubriachi di vita come nei 2,30 perfetti di "Oh Dana". Limpida questa parte di disco.
Ma abbandoniamo all'oblio il prato fiorito con "Holocaust" ed è un piano che piange l'infortunio tenebroso. "Kanga-roo" è abbandonarsi ad intemperie stranamente confortanti. Poi ci sono i violini a trainare le melodie: il suono del violino è il più triste tra tutti gli strumenti : sarà per questo che i pezzi "Stroke It Noel", "For You", "Take Care" suonano così ispirati .
La chitarra acustica e la voce ormai verginale di Chilton cullano nelle evanescenti "Nightime" e "Blue Moon", il pezzo più cupo arriva con "Nature Boy", un piano chopiniano e la voce drammatica di Chilton... tale da smontare anche la più fiera delle fave.
"Till The End Of The Day" finalmente segna una smorzata con la chitarra sferzante di Chilton in primo piano, altro pezzo che per i nostalgici come me farà di sicuro scardinare il muscolo pompa sangue. Insomma 19 pezzi persi in un limbo tra spensieratezza e profonda comunione nostalgica (ma di quelle da fitta al cuore cazzaccio della malora).
Un disco di grazia d'altri tempi, sintomo di quel buon gusto oggi difficile da trovare, per il sottoscritto che esagera sempre, il più elegante disco pop mai ascoltato.
Né febbre, né languore, è il riposo illuminato sul letto o sul prato; è l'amico, né ardente né debole, è l'amico; è l'amata, né angosciosa né angosciata, è l'amata;
l'aria e il mondo inesplorati, la vita; una nebbia grigia che avvolge un sogno.

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