Bill Hicks
Relentless

Semplicemente, Bill Hicks mi ha cambiato la vita. Scoperto per puro caso grazie ad uno spettacolo di Daniele Luttazzi mentre citava una sua battuta (il famosissimo sketch su JFK), fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno, un artista, più che un comico, in grado di dar voce al più complesso dei pensieri con una semplicità disarmante che ci ha consegnato più che una visione del mondo, un'eredità spirituale, filosofica, in grado davvero di cambiare le cose nel profondo. Sul retro di "Aenima" è descritto come "another dead hero", addirittura i Radiohead gli hanno dedicato un album, ossia tutto il loro "The Bends", e decine e decine di artisti, intellettuali, comici (il sopracitato Daniele Luttazzi, o il recentemente scomparso George Carlin) hanno raccolto i frutti dei suoi insegnamenti.

E più di ogni altro suo spettacolo, è appunto in "Relentless" che Bill raggiunge il suo apice: violento, poetico ("I'm the little dark poet tonight..."), visionario e carismatico come non mai, in nemmeno 2 ore si riesce finalmente a recepire il suo messaggio salvifico, attraverso sketch e battute mai così ispirate, che attraversano temi quali politica, sesso, musica, religione, amore, guerra, il bene e il male. Questa non è comicità, questa è filosofia, questa è la rivelazione! Non a caso, alle generazioni odierne il suo nome è quasi del tutto sconosciuto, le sue parole dimenticate nel vento a dispetto della mediocrità, e noi rimaniamo sordi nutrendoci di false speranze magari ascoltando i New kids On The Block piuttosto che seguire il nostro reale percorso, quello che ci dovrebbe portare all'amore verso il prossimo, verso noi stessi, verso il mondo e l'universo intero, perchè si sa, "one man on acid realized that matter is merely energy condensed to a slow vibration, and we're all one consciousness experiencing itself: there is no such thing as death, life is only a dream".

Guardare uno dei suoi spettacoli è una di quelle poche cose in grado di cambiare un'esistenza per sempre. Non riesco a pensare al fatto che non sei più tra di noi... Bill, grazie.