Immaginate di essere nel vostro negozio di cd preferito. Fatto? Bene adesso avete tra le mani "Live in Japan 2003" (Soundhills - 2003) di Billy Cobham, Kenny Barron e Ron Carter. Che fate!! Siete ancora lì impalati come stoccafissi? Correte alla cassa pagate e via di corsa a casa. Prendete l’auto, l’autobus, la metropolitana, un taxi, l’aereo quello che vi pare, basta che facciate in fretta. Una volta superato il portone di ingresso, se l’ascensore è occupato iniziate a fare le scale. Non c’è tempo. Correte. Siete a casa adesso? Staccate il telefono. Nella stanza accanto stanno rumoreggiando? Che tacciano! Qualcuno sta ascoltando la televisione? Che la spengano, cazzo!!

Ora accendete il vostro impianto stereo. Inserite il cd nel lettore. Regolate il volume. Prendete il telecomando. Trovate una posizione comoda: poltrona, divano, pavimento, fate come volete. Spegnete la luce mi raccomando. Play. Allora? Non è sorprendente che a produrre questi suoni siano tre ragazzi che hanno più di 180 anni in tre. Ma dove diavolo la tirano fuori tutta questa energia?

Il motto di Kenny Barron è "suona con il cuore". Si sente, vero? Non è un uomo è una cascata di note. Sa essere melodico, virtuoso, creativo, espressivo come pochissimi. Non per niente è uno dei pianisti jazz più richiesti da quasi quarant'anni.

E che dire di Ron Carter. Questo tizio ha suonato con tutti: Bill Evans, Cannonball Adderley, Miles Davis, Herbie Hancock, McCoy Tyner, George Benson, Wynton Marsalis. Vi sembra stanco? Sentite i suoi assolo, specialmente quello di "Body and Soul". C’è più energia e calore nella sua mano sinistra, che in decine di miserrimi ventenni osannati pseudo musicisti, che occupano indegnamente palcoscenici in mezzo mondo.

E Billy Cobham? Uno come lui potrebbe benissimo passare la vecchiaia davanti al camino con i nipotini. Non deve dimostrare nulla a nessuno. E invece che fa? Gira mezzo mondo suonando in maniera MOSTRUOSA la batteria, vedi l'assolo di "Out of nowhere" semplicemente strepitoso, ed elaborando progetti come "The Art of Jazz Series", che intende rivisitare l'arte della musica jazz, dalla forma del trio a quella della big band.

Se poi credevate che standards come "Autumn Leaves", "Stella by starlight" e "Round Midnight" non avessero più nulla da dire, se secondo voi la musica di Thelonious Monk e Dizzy Gillespie appartiene al passato, cosa pensate adesso? Il problema non è mai la musica da cui si parte, ma i musicisti che la inventano e interpretano. Ci sono moltissimi musicisti che non hanno nulla da raccontare, non più perlomeno. Meteore che durano lo spazio di un lustro. Altri, come Cobham, Barron e Carter, superano le barriere del tempo e finchè potranno avranno sempre qualcosa da dire. Basterà avere uno straccio di tema melodico, un contrabbasso, un pianoforte, una batteria e un pubblico. Imperdibile!

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