“People could be free like birds can fly wherever they want, but they all end up flying together or standing on the same wire.”

I Birds in Row si presentano così. Sono tre ragazzi provenienti da Laval di cui oltre alla nazionalità francese, la comune passione per il design non si sa molto. Si fanno chiamare B., T. & D., nessuna identità precisa, vogliono essere un’entità unica, un collettivo. Incominciano a suonare nella scena locale underground, pubblicano un paio di EP fra il 2009-2010, “Rise of the Phoenix”, “Cottbus” e via, in tour come se non ci fosse un domani dove vengono notati fortuitamente da Jeremy Bolm [Touché Amoré] che li fa entrare in contatto con la Deathwish. Il loro sound arriva così alle orecchie di Jacob Bannon che non esita un secondo a metterli sotto contratto, dimostrandosi lungimirante non solo come musicista, ma anche nelle vesti di label owner.

“You, Me & The Violence” è il risultato di questa collaborazione artistica. E’ un lavoro che aggredisce dal primo istante e travolge come un’onda d’urto colma di rabbia e malinconia. Un sound che si rivela essere granitico e agli antipodi della banalità. Il sentiero che si viene a creare man mano è dominato da riff abrasivi, distorsioni, cambi di tempo, aperture melodiche e crescendo sonori che fanno deflagrare tutta la disperazione che traspare dallo screaming annichilente di B. Una sofferenza non troppo celata nei testi colmi di riferimenti a una società disincantata costellata di tradimenti, prigionie quotidiane, sentimenti che lentamente si spengono e dove non sembra esserci spazio per liberarsi dalle costrizioni di una cupa realtà. Una dimensione lirica che ben s’incastra con l’irrequietudine delle sonorità proposte.

L’hardcore viene dunque sviscerato, ricomposto e assemblato con una grande dose di poliedricità che dona al platter personalità e un punto di vista ben preciso, quello dei Birds In Row. Momenti intimi e assalti caotici si rincorrono continuamente, senza che l’uno prevalga sull’altro, ma in modo tale che rimangano in perfetto equilibrio e possano sorprendere l’ascoltatore. Alla fine dei 36 minuti permane la sensazione che le divagazioni costruite come una fitta trama su uno scheletro di hc, screamo vecchia scuola siano la carta vincente di questo “You, Me & The Violence”. Ma B., T. & D. prima di congedarsi vogliono regalarci un’ultima perla : “Lovers Have Their Say”, una suite di dodici minuti dove si sconfina in lidi post e ci si trascina lentamente verso piccoli accenni noise. Tanto per chiarire, come se ce ne fosse bisogno, che l’essere cangianti non è un problema, anzi, è un punto di partenza su cui lavorare ulteriormente per un futuro promettente.

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