Ricky Medlocke è un biondo e carismatico musicista americano della Florida, la cui grinta fenomenale deriva probabilmente dal sangue dei fieri guerrieri Sioux che, da parte di madre, gli circola nelle vene. Il suo nome è legato soprattutto ai ben noti Lynyrd Skynyrd, dei quali è stato uno dei fondatori, andandosene però nel 1972 proprio alla vigilia della loro affermazione, per poi ritornarvi stabilmente nel 1996. Fra questi due eventi il cantante/chitarrista ha sviluppato il proprio progetto di Southern Rock, assemblando il quartetto dei Blackfoot e pubblicando a questo nome quasi una decina d'album.
Questo del 1980 è il quarto della serie, l'ultimo di stampo essenzialmente "sudista", poiché le mode incalzanti ed estetizzanti degli anni ottanta spingeranno il gruppo a snaturare le sue fascinose radici confederate, a favore di controproducenti, eccessivi appesantimenti e distorsioni di chitarre, nonché spersonalizzanti contributi di tastiere elettroniche.
Il nome Piedi Neri è più che adatto a questa formazione piena di meticci: detto di Medlocke, il povero batterista Jackson Spires (un vero martello!.. passato a miglior vita nel 2005) era a sua volta mezzo Cherokee; uno spettacolo vederlo picchiare come un fabbro su piatti e pelli, accovacciato su di un sedile bassissimo, in pratica accucciato come un vero pellerossa al lavoro. Il bassista Greg Walker discende invece dai Seminole della Florida, ed ama celebrare la cosa andandosene in scena agghindato di tutto punto come il bisnonno, pelle piume penne e mocassini. L'unico che non c'entra nulla coi nativi americani è il chitarrista Charlie Hargrett, un newyorkese con occhialini e aria freak, costretto guarda un po' ad andarsene a metà degli anni ottanta... in ogni caso Medloke sapeva eseguire assoli migliori dei suoi.
Insieme ai Molly Hatchet, i Blackfoot incarnano il lato più pesante del rock sudista, ai confini con il metallo. La voce polverosa di Medlocke è adeguata, anzi perfetta per il genere, tutti (escluso Hargrett) bastonano gli strumenti a sangue, ma il blues di base, la componente country che affiora qua e là, le continue aperture melodiche fanno il loro sacrosanto dovere e tengono sempre ben calda e piena di feeling la proposta hard rock della formazione.
Di questo disco tengo saldamente nel cuore le seguenti canzoni: "Everyman Should Know (Queenie)", ‘na botta pazzesca, un riffone detonante, ad introdurre un cantato rabbioso che inaspettatamente, ad ogni fine ritornello, si liricizza appoggiandosi a un arpeggio irresistibile. Poi "Reckless Abandoner", il solito giro in LA minore di mille altri pezzi ma reso con il massimo del feeling. E ancora, la torrida "Gimme Gimme Gimme" e la conclusiva, un poco sciovinista "Fox Chase", nella quale Medlocke fa esibire nel prologo... suo nonno Shorty, banjoista, cantante e compositore dilettante, colui che gli ha instillato l'insaziabile passione per la musica quand'era ancora bambino.
Elenco tracce testi samples e video
06 Every Man Should Know (Queenie) (03:43)
Don't mess with my queenie
Or I'll mess up your nose
You can stand there dreaming
but don't you dare step on my toos
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